TORO Web - Onori al Capitano Trotta: una delibera di giunta assai istruttiva
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Onori al Capitano Trotta: una delibera di giunta assai istruttiva
Visto che sono pubblicate online, ci permettiamo di raccomandare la lettura delle delibere della Giunta Comunale di Toro. Si imparano tante cose, e non solo sulla vita amministrativa del nostro comune


Toro, Busto e lapide in memoria di Luigi Alberto Trotta (1911-1943),


Prendiamo la delibera n. 59 del 20 ottobre 2012, dedicata al 4 novembre successivo, Giornata delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale e al centenario della nascita del Capitano Luigi Alberto Trotta.

Commemorare il nostro concittadino è stata una buona cosa. Lo abbiamo scritto in un articolo sull'evento, nel quale abbiamo precisato anche le tragiche circostanze della morte del padre del capitano. Non solo, ma in calce all'articolo ci siamo permessi anche di rintuzzare con calore alcune critiche che erano state mosse all'iniziativa (Clicca e leggi il nostro articolo).

Onorare i protagonisti e la nostra storia continuiamo a ritenerla una cosa buona, anzi ottima. E ciò, nonostante la delibera, che è stata adottata dal sindaco Simonelli e dal vicesindaco Parziale, assente l'assessore Vassalotti. Vi si legge testualmente che "il Cap. Trotta, figlio dell’insigne cittadino torese Domenico Trotta, filosofo e Prefetto del Regno d’Italia tra fine ottocento e inizio novecento, nacque a Genova il 10 ottobre 1911" (Clicca e leggi la delibera comunale).


Domenico Trotta
Domenico Trotta



Ora che il Capitano Trotta possa essere stato figlio del filosofo Trotta è cosa possibilissima visto che portano lo stesso cognome. Ma l'evento diventa molto meno probabile se si considera che tanto padre nel 1911 avrebbe avuto la biblica età di centodiciannove anni, essendo nato a Toro nel 1792. E diventa improbabile del tutto dal momento che era morto, sempre a Toro, quarant'anni prima, nel 1872.

Stando così le cose, inutile sottolineare che "l'insigne cittadino torese Domenico Trotta" non era mai stato "Prefetto del Regno d'Italia", tanto meno "tra fine ottocento e inizio novecento", come pure è stato scritto nella delibera..

Va sottolineato, invece, e con forza, il rammarico di leggere tali abbagli in un atto ufficiale del Comune di Toro, famoso in altri tempi proprio per le scuole private, tra le quali famosissima quella di Domenico Trotta, e per la cultura dei suoi abitanti.

Ah, ce ne stavamo dimenticando: per la cronaca e la storia e per gli eventuali interessati, Domenico era il bisnonno del capitano Luigi Alberto Trotta.
Postato il Martedì, 11 dicembre 2012 @ 10:20:54 di toroweb
 
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Re: Onori al Capitano Trotta: una delibera di giunta assai istruttiva (Voto: 1)
di Roby il Martedì, 11 dicembre 2012 @ 14:06:22
(Info Utente )
Premesso che l'ignoranza non è reato...ma non sarebbe bastato semplicemente domandare a chi conosce la storia del nostro paese,per non incappare in magre figure,per di più su atti istituzionali?



I crociati di Lor Signori (Voto: 1)
di Giovanni Rossodivita (giovianniross159@gmail.com>) il Mercoledì, 12 dicembre 2012 @ 08:53:58
(Info Utente )
"...abbiamo rintuzzato..." "...onoriamo i protagonisti ..." Cari" novelli crociati", la Storia del nostro popolo è stata fatta dai nostri avi, dalle masse popolari! Ed è stata scritta, solo in parte e "pro domo sua", da Lor Signori, che, soli. avevano in mano la penna per scrivere! Voi, continuate pure ad onorare Lor Signori che hanno scritto, io continuerò ad onorare i nostri avi che hanno fatto la Storia del nostro paesello! La verità è che la secolare, atavica propensione delle classi subalterne a genuflettersi docilmente dinanzi a Lor Signori, è dura a morire! Mi sovvengono le parole con cui il grande Giuseppe Di Vittorio esortava i suoi"cafoni",che riempivano le piazze dei paesi della valle del nostro Tappino, durante i suoi comizi: " non toglietevi il cappello davanti a chicchesia, e, soprattutto, davanti a Lor Signori che vi sfruttano e vi affamano!".
Giovanni Rossodivita



La storia di Toro è stata fatta da tutti, poveri e ricchi. (1) (Voto: 1)
di Giovanni Mascia il Mercoledì, 12 dicembre 2012 @ 22:21:36
(Info Utente )
Caro Giovanni,
mi dispiace che davanti alla palmare evidenza di un documento che non fa onore alla storia della nostra Ammnistrazione Comunale, tu non abbia trovato nemmeno una parola di commento, scegliendo, invece, di ritornare su una polemica datata e di prammatica contro i borghesi di un tempo in nome del popolo martoriato. E va bene.
Tuttavia, per quanto ti affanni, non troverari nessuna ragione al mondo per contestare, nel centenario della nascita, la cerimonia di commemorazione del capitano Luigi Alberto Trotta, morto in guerra in giovane età e decorato al valor militare con medaglia di bronzo e d'argento.. Ed è del tutto inutile e fuori luogo dare del crociato a chi, in disaccordo con la tua presa di posizione, ha voluto ribadire l'opportunità anzi la necessità di onorare il nostro illustre concittadino, senza per questo genuflettersi davanti a nessuno.
A queste condizioni, se permetti, il crociato sei tu, non altri. Crociato di una vecchia ideologia, anzi di una religione vera e propria. La storia del nostro popolo (la storia in genere), non è stata fatta solo dalla massa popolare come sostieni tu: è stata fatta da tutti, nessuno escluso, dai popolani toresi e dai ricchi, come i Trotta e i Magno, dai monaci e dai preti. Da tutti, massa ed élite, poveri e ricchi, laici e religiosi. Su tale ovvietà Menenio Agrippa aveva argomentato il suo famoso apologo. Faceva solo gli interessi dei patrizi? No, faceva gli interessi di Roma, come capirono bene i plebei, che revocarono lo sciopero. Se non sei convinto, spostiamoci in tempi più vicini a noi, dalla parte della povera gente, così stai più comodo tu e sto meglio anch'io. Ti ricordi delle domande del lettore operaio nella vecchia poesia di Bertold Brecht?

Il giovane Alessandro conquistò l'India.
Lui solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta
fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni.
Chi vinse oltre a lui?

L'operaio aveva ragione. Certo che c'erano cuochi e soldati e subalterni e tutta una miriade di collaboratori a sostenere l'azione di Cesare e dei regnanti ricordati. Ma aveva ragione, perché la storia l'hanno fatto insieme, il cuoco e Cesare, i legionari e Alessandro Magno, i marinai e Filippo di Spagna, l'esercito prussiano e Federico II . Insieme, non come pretendeva la storiografia del tempo, che citava solo i protagonisti (giusta la denuncia di Brecht), e nemmeno come pretendi tu, che vorresti cancellarli o metterli al rogo, i protagonisti. Insieme, sapendo che il bene e il male sono più o meno ripartiti. Come le mazzate, che secondo il proverbio torese sono sette. Difficile darle tutte e sette, senza riceverne nemmeno una in cambio. Molto più probabile riuscire a darne quattro, rassegnandosi a riceverne almeno tre. Insomma, anche se può essere edificante credere il contrario, non tutto il bene sta da una parte e non tutto il male dall'altra.
(continua)



La storia di Toro è stata fatta da tutti, poveri e ricchi. (2) (Voto: 1)
di Giovanni Mascia il Mercoledì, 12 dicembre 2012 @ 22:27:00
(Info Utente )
...

La storia, per fortuna, è sempre scritta dai fatti, non dalle persone. La penna di chi sapeva scrivere ha potuto interpretare quei fatti. E ha scritto che Cesare ha conquistato la Gallia. Ma il fatto è rimasto. Una volta imparato a scrivere, l'operaio ha precisato che anche il cuoco era tra i conquistatori della Gallia. E ha fatto benissimo. Ma non ha cambiato la storia. L'ha definita meglio. Perciò scegliere una parte, va bene, con la consapevolezza che si tratta appunto di una parte, che in quanto tale ha contribuito e contribuisce a fare la storia, non a farla da sola. Sostenere diversamente significa essere parziali. Quindi non obiettivi.
E non obiettivo lo sei, in particolare, quando scrivi:
"Voi, continuate pure ad onorare Lor Signori che hanno scritto, io continuerò ad onorare i nostri avi che hanno fatto la Storia del nostro paesello!".
Non obiettivo e ingiusto, perché su questo sito noi cerchiamo di onorare sempre chi merita di essere onorato, senza badare allo stato o alla classe di appartenenza. E tu lo sai bene.
Caro Giovanni, essere schierati, ritenendo prioritari i meriti e gli interessi di una parte, non significa mancare di rispetto verso chi pensiamo non sia schierato o lo sia da un altra parte.
Dopo di che, se c'è qualcuno di noi che si genuflette, mi sembra che questo qualcuno continui a essere tu, non davanti a persona fisica, certo, ma alla ideologia che accetti e professi con tanto trasporto.
Quanto all'esortazione di Giuseppe Di Vittorio, d'accordo. Nessuna scappellata davanti a nessuno. Però, se permetti, nemmeno nessun atto di maleducazione. Non scappellarsi, non genuflettersi, non autorizzano cadute nell'eccesso opposto, cioè nella mancanza di rispetto o peggio in offese più o meno gratuite. Specialmente se rivolte a persone morte.
Statte bbune!
Giovanni Mascia

PS
Mi scuso per la lunghezza di questa risposta, ma l'ho redatta di getto e non ho avuto tempo per ritenerla in mano e darle una forma più stringata.



Polemica su i Trotta e il popolo di Toro (Voto: 1)
di mariosimonelli il Venerdì, 14 dicembre 2012 @ 10:20:05
(Info Utente )
La Storia è fatta dal popolo composto da Lorsignori,borghesi e lavoratori. Se così é non capisco perché i monumenti sono sempre per Lorsignori e,qualche volta,per qualche borghese superarricchito,e mai per il popolo sul quale essi sono campati. Capisco per un militare morto in guerra,ma tessere le lodi dei Trotta,tutti,non sono d'accordo.
Ho avuto modo di 'conoscere' da ragazzino fino a 11 anni, il don Domenico Trotta che in certi orari della giornata sostava a portone spalancato nell'atrio della sua magione vicino alla chiesa per ricevere il saluto sottomesso di chi con " u bivente" sulla spalla andava o tornava da "zappà",mentre lui era fresco e riposato in pantofole e giacca da camera con servitori .Se tutto il bendidio e le proprietà sue erano sanamente acquisite,ben prò gli abbiano fatto.Ma il dubbio mi sovviene per voci che da ragazzino sentivo-a Toro la privacy è stata sempre illusoria-circa il trattamento che riservava ai "parznaule",termine aggiornato per definire il popolo della gleba.
Per correttezza devo dire anche che ricordo un altro Trotta che viveva solo nei mesi estivi nella casa quasi al confine con Campodipietra. Egli era medico e viveva a Roma.Siccome all'epoca a Toro vi era un medico monarca e uno mai laureato, mia madre qualche volta mi ha fatto visitare e controllare da Don Guido Trotta, appunto, che mai ha voluto compensi di qualsiasi genere. Due Trotta dunque,uguali? In una famiglia mai tutti sono uguali, é vero, ma non comprenderei se l'osannato fosse il meno meritevole.
Ma per tornare alla Storia,é vero che ancora oggi se qualcuno parla di "popolo" magari utilizzato e/o sfruttato,gli si dà del komunista,come se essere stati o essere marxisti sia una macchia: finanche nelle scuole addette Marx o non è stato fatto studiare e comprendere,o è stato presentato manipolato per servire appunto Lorsignori. Oggi se un giudice condanna un ladruncolo di galline o qualche "manucchie"di grano fà il suo dovere,ma se persegue le delinguenze finanziarie con annessi e connessi di mafia e P2 diventa una "toga rossa",cioè comunista.
Del resto su Toro qualche giorno fa su un quotidiano nazionale ho letto sulle votazioni truccate di Iorio un articolo sul Molise che mi ha riconfermato tutto ossia che in Molise,all'ennesima potenza a Toro,'Cristo si è fermato a Frosinone'.
Cosa voglio dire? Ma il sindaco e i cittadini null'altro hanno da fare che commemorare i Trotta? Ma incontri culturali e sociali comuni che servano ai giovani, no eh, é troppo pensare al futuro positivo e meno ignorante per le giovani generazioni? Mi scuso, ma pur essendoci vissuto a Toro da zero a 11 anni, mi è rimasta nel cuore e vorrei credere in una sua resurrezione, meglio dire, nascita.
Mario Simonelli



Anche i Trotta sono stati il popolo di Toro (Voto: 1)
di Giovanni Mascia il Venerdì, 14 dicembre 2012 @ 16:00:37
(Info Utente )
Caro Mario,
come va? ben ritrovato. Ho letto con attenzione e piacere la
tua mail, ma se permetti, devo rettificare e chiarire alcune
tue osservazion.
1. Non è vero che i monumenti sono sempre per Lorsingori:
il monumento ai caduti di Toro, uno dei primissimi della regione, è
dedicato a tutti i morti in guerra, tutti o quasi tutti
contadini. Così gli altri monumenti ai caduti sparsi per
tutta Italia.
2. Nessuno mai ha tessuto le lodi di tutti i Trotta.
3. Il Domenico Trotta lodato, l'osannato come dici tu,
non è quello che i più anziani di noi hanno conosciuto,
e sul conto del quale tu ti soffermi, ma è il nonno omonimo di costui
ed è e il bisnonno del militare morto, essendo vissuto dal 1792 al 1872.
4. Quando lodi don Guido Trotta, che si comportava meglio
del fratello e meglio degli altri medici toresi, provenienti
da famiglie più "popolari", mi aiuti a dire che non esistono
buoni o cattivi per famiglia o per classe sociale o per
nascita, ma solo per comportamenti.
5. Non c'entra nulla essere comunisti o marxisti ,
c'entra essere giusti. Se ci sono argomenti contro tizio o contro
caio, facciamoli valere. Ma tizio e caio non sono buoni o
cattivi perché appartengono a quella famiglia o a quella
classe sociale. Queste formulette pregiudiziali buttiamole
nella spazzatura, perché non servono.
6. D'accordo sui ladri di galline e i ladri di Stato, ma
considera che a sparare contro le toghe rosse sono sì,
politici, mafiosi, P2 ecc. ma anche chi li vota; e sono proprio
milioni di poveri cristi, spesso i più poveri in tutti i sensi a
rispondere ai richiami dei populisti alla Grillo e alla
Berlusconi e a mandare al parlamento e alle regioni e alle
provincie e ai comuni i mafiosi e i piduisti.
7. Non sono io che devo difendere l'Amministrazione Comunale,
però ritengo che onorare i caduti in guerra non sia
alternativo alla cura delle nuove generazioni. Si può fare
benissimo l'uno e l'altro. Conoscere la storia (bene! )
onorare le ricorrenze per tempo (e non l'anno dopo come è successo al Trotta)
è utile proprio per progettare un futuro positivo, come dici
tu, e meno ignorante.
Un caro saluto
Giovanni Mascia



Al rettificatore e chiarificatore (Voto: 1)
di Giovanni Rossodivita (giovianniross159@gmail.com>) il Domenica, 16 dicembre 2012 @ 17:59:31
(Info Utente )
Caro rettificatore, nonchè chiarificatore, le grandi teorie e dottrine politiche e filosofiche, che tu definisci, semplicisticamente, "formulette pregiudiziali" da buttare nella spazzatura, hanno spinto milioni di uomini a spezzare le catene che li inchiodavano alla miseria, allo sfruttamento, all'ignoranza, e li ha messi in marcia sul cammino del loro riscatto economico, sociale e civile! Marcia che continuerà , nonostante errori, tragiche degenerazioni, anche nei secoli futuri, quando, invece, la "tua religione"sarà sostituita ormai da altre! Per adesso, comunque, come vedi, sul nostro sito, siamo "maggioranza": 2 a 1...tie' !
Perciò, propongo che se il palazzetto dei Trotta non verrà donato al Comune, la piazza antistante, almeno, venga restituita al popolo, con la sua intitolazione ai caduti di tutte le guerre!
Giovanni Rossodivita.



Re: Onori al Capitano Trotta: una delibera di giunta assai istruttiva (Voto: 1)
di Giovanni Mascia il Lunedì, 17 dicembre 2012 @ 00:09:30
(Info Utente )
Giovanni Rossodivita, non fare il furbo, facendo finta di non capire.
Non sono le grandi teorie e dottrine politiche (comunismo e
marxismo, per essere chiari) da buttare nella spazzatura
.
Non le discuto e tanto di onore ai milioni di uomini che hanno spezzato
le catene grazie ad esse.
Le formulette da buttare nella spazzatura sono quelle che usi tu,
quando senza andare ai fatti pretendi di spiegarli. Per es. i ricchi e i preti
tutti cattivi, il popolo (restante) tutto buono. Non è così e tu lo sai bene.

Ma anche se nel 99% dei casi fosse così, sarebbe comunque sbagliato
usarle nella tua forma pregiudiziale.
La mia religione? Non c’entra niente. E, comunque, tu che ne sai?
D'accordo, invece, anzi molto d'accordo sulla intitolazione
della piazza della chiesa ai caduti di tutte le guerre.
Statti bene.
Giovanni Mascia


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