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Sorpresa Chiesa Riaperta/8 - Piccolo e inadeguato il nuovo altare maggiore |
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Ne abbiamo parlato con mons. Bregantini in occasione della sua recente visita a Toro. Ne parliamo adesso, specificando che avremmo voluto pubblicare questo articolo molti mesi fa, sicuramente entro il mese di ottobre/novembre 2013 in linea con i precedenti sette articoli con i quali ci siamo soffermati sulle sorprese, belle e brutte, della Chiesa parrocchiale riaperta dopo dodici anni. Abbiamo sempre rimandato per mancanza di migliori foto illustrative della situazione precedente. Ma adesso ci siamo decisi a intervenire per non avallare con il silenzio una operazione assai discutibile dal punto di vista estetico-funzionale, inopportuna per il rispetto dovuto a due indimenticabili sacerdoti defunti. e almeno dubbia in tempi di pesante crisi economica.
Presbiterio e altare maggiore come appaiono a seguito del restauro 2013
La sistemazione dell'altare maggiore, a seguito del recente restauro che ha interessato la chiesa madre di Toro, ha provocato molti malumori nei fedeli toresi che non hanno gradito la rimozione del precedente altare, installato solo sedici anni prima. In modo particolare la nuova mensa è stata giudicata striminzita e inadeguata per la linea eccessivamente moderna e la tonalità grigiastra del marmo e dei sedili, che mal si confanno con l'architettura del tempio e le tonalità calde del pavimento, delle pitture e degli stucchi. Il risultato complessivo è stato valutato insoddisfacente, e l'area dell'altare e del presbiterio troppo spoglia.
Tra l'altro non si capisce perché la mensa dell'altare sia stata abbassata al primo livello del presbiterio, rinunciando alla migliore visibilità dell'altare e del celebrante a beneficio di tutti i fedeli dislocati in chiesa, grazie allo storico rialzo del pavimento valutabile in una quarantina di centimetri scanditi da due comodi scalini di accesso. Anche tale rialzo, al pari del precedente altare, è stato inspiegabilmente rimosso. Risultato: il celebrante adesso è visibile solo dai fedeli che prendono posto nelle panche in prima fila.
Foto ormai storica: come appariva l'altare maggiore prima del restauro radicale del 1997. Ben visibile il rialzo della parte posteriore del prebiterio su cui era poggiata la mensa con colonnine
Di tutto questo, abbiamo avuto modo di parlare con l'arcivescovo di Campobasso, mons. Giancarlo Bregantini, durante la sua recente visita pastorale a Toro.
In particolare a sua Eccellenza, non solo in quanto Arcivescovo ma anche come Presidente della Commissione C.E.I. Problemi Sociali e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato, una sorta di ministro del lavoro e del Welfare dei vescovi italiani, abbiamo chiesto perché un incaricato che non conosceva a fondo né Toro né la chiesa abbia avuto l'onore e l'onere di provvedere al restauro e abbia potuto smantellare un altare perfettamente funzionante e sostituirlo con un altro che è costato alla collettività la bellezza di 24 mila euro.
Altare e presbiterio come apparivano durante il restauro radicale del 1997 ancora in corso, restauro che allargando lo storico recinto presbiteriale assicurava posizione eminente alla nuova mensa
A mons. Bregantini abbiamo ricordato che a Toro ci sono diverse famiglie che ancora non riescono a rientrare nelle loro case terremotate e aspettano da dodici anni dallo Stato italiano le 20 mila euro stanziate ad hoc. In attesa di uno stanziamento di 20 mila euro, sono dodici anni che stanno fuori di casa e un incaricato della Curia ne ha speso 24 mila per sostituire un altare perfettamente funzionante. Certamente a mons. Bregantini, come Presidente della Commissione C.E.I. Problemi Sociali e Lavoro, non occorreva ricordare che in questi anni molti italiani in difficoltà si sono tolti la vita per importi molto meno cospicui.
Né abbiamo trascurato di sottolineare l'aspetto affettivo e personale della vicenda: l'altare sostituito era stato scelto e installato appena diciassette anni prima, in occasione del precedente restauro radicale, a cura di Padre Ottaviano e Padre Giantonino. Al nostro Arcivescovo che non li ha conosciuti, abbiamo spiegato chi erano Padre Ottaviano, bella figura di francescano e torese di adozione ben voluto da tutti, e Padre Giantonino, artista e sacerdote esemplare venuto a mancare troppo presto.
Domenica delle Palme 1997: mons. Ettore Di Filippo, arcivescovo di Campobasso, presiede la messa per la riapertura della restaurata chiesa di Toro. Stretti attorno alla nuova mensa marmorea i sacerdoti toresi: Don Mercurio, Padre Giacinto e Padre Lino.
Gli abbiamo quindi chiesto come sia stato possibile che l'incaricato, certo in buona fede, ignorando tale circostanza o non tenendone conto, abbia potuto spendere 24 mila per dotare la nostra chiesa di un nuovo altare, peraltro inadeguato. Al vescovo, che in occasione della sua visita ha invitato i toresi e le associazioni toresi a collaborare tutti insieme per il bene del paese, abbiamo anche chiesto perché a suo tempo non ha invitato l'incaricato a chiedere la collaborazione dei pratici del luogo. Pensiamo che ben difficilmente avrebbero avallato tale sostituzione...
Ora, Monsignore è padrone di continuare a considerare il nuovo altare bellissimo e funzionale, diversamente da buona parte dei toresi che è di tutt'altro avviso. Noi gli confermiamo quello che già gli abbiamo detto. Non è vero, come da Lui sostenuto, che il vecchio altare andava riposizionato e per farlo occorreva spendere. L'altare non era stato affatto scalfito dal terremoto. Integro e perfettamente adeguato, come era stato valutato da Padre Ottaviano e Padre Giantonino, non meritava di finire all'aperto e alle intemperie, sistemato alla bene e meglio in un'aiuola del cimitero, come monumento di una Chiesa che almeno in questo caso sembra essersi permessa una spesa voluttuaria.
L'altare rimosso dalla Chiesa e sistemato in un'aiuola del Cimitero
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Articoli precedenti sulle sorprese nella chiesa riaperta:
1. La campanella sparita
2. La croce processionaria riapparsa
3. Il dipinto settecentesco rovinato
4. L'altare di San Francesco Saverio
5. Le croci, i candelabri e i lampadari scomparsi
6. L'accrocco: poveri capitelli e fonte battesimale
7. Spaccata la cinquentesca Madonna dell'altare maggiore
Nota: Foto Enzo Mascia
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Postato il Martedì, 11 marzo 2014 @ 09:11:32 di giovanni_mascia |
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