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Un grido di allarme: anche Toro è un paese in forte calo demografico |
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Che vivessimo anni di involuzione, lo sapevamo, ma forse non immaginavamo lo spessore della crisi demografica, che ha investito anche il nostro paese. Una buona spallata ce l'ha data il terremoto...
Ma è tutta colpa del terremoto, se il nostro paese, che vantava un tempo una vita sociale piuttosto effervescente, ha conosciuto in questi primi anni del Duemila un ulteriore crisi demografica, dopo le forti ondate migratorie del secondo dopoguerra e degli Anni Sessanta? E' solo colpa del terremoto se le strade e le piazze di Toro, un tempo animate e piene di vita, appaiono perloppiù vuote e silenziose? Se tantissime case, non solo quelle del centro storico, sono disabitate?
Vero è che molte famiglie toresi hanno optato per abitazioni nuove costruite fuori dal recinto urbano tradizionale. Ancora più vero è che dopo una stasi di circa quarant'anni, l'andamento demografico di Toro ha ricominciato a piegare verso il basso. Il paese ha perduto 1000 abitanti in poco più di cinquant'anni e in un secolo ha praticamente dimezzato la popolazione, passata dai 2734 abitanti del 1911 agli appena 1501 abitanti del 2007. Quello che più preoccupa è il trend, che sembra non conoscere inversioni di tendenza, almeno a giudicare dai dati e dai grafici che alleghiamo:
Soffermandoci in particolare sui dati 2002-2007, il nostro paese ha registrato un ulteriore arretramento del 3,53% della popolazione. In termini assoluti: -55 unità (31 maschi e 24 donne), passando dai 1656 abitanti del 2003 ai 1501 del 2007.
A fronte di un andamento delle nascite che a stento arriva a far registrare 10 nati all'anno (con l'eccezione dei 16 bambini nati nel 2006), si registra un significativo decremento della famiglie toresi, passate dalle 570 unità del 2003 alle 547 del 2007: in cinque anni abbiamo perduto 22 nuclei familiari, pari al 3,86%.
Tale decremento è tanto più significativo, in considerazione della relativa vicinanza con il capoluogo regionale e dell'impennata demografica fatta registrare negli stessi anni dalla limitrofa Campodipietra, che nel 2007 ha toccato i 2443 (mille abitanti in più rispetto al 1971!). Senza contare che nello stesso periodo finanche San Giovanni in Galdo, che nei decenni precedenti aveva sofferto uno spopolamento pauroso passando dai circa 2200 abitanti del dopoguerra agli appena 653 abitanti del 2003 (- 70%!), ha fatto registrare una lieve inversione di tendenza, riportandosi a quota 708 abitanti nel 2005, ritoccati a 675 nel 2007.
In attesa di conoscere i dati 2008, la fotografia di Toro scattata dall'Istat (vedi riepilogo analitico a nostra cura), è impietosa. Anche se non drammatica e irreversibile, la situazione è davvero grave per un paese come il nostro che nei decenni passati, per quanto impoverito dalle ondate migratorie (nel dopoguerra, verso Venezuela e Canada; negli Anni Sessanta, verso Nord Italia, Germania), non aveva conosciuto lo spopolamento desolato vissuto parallelamente da centri limitrofi come San Giovanni in Galdo e Monacilioni.
Ci chiediamo è possibile arrestare il calo demografico e nel contempo rilanciare lo sviluppo del nostro paese? E se sì in che modo? Inutile dire che sono graditi i contributi di chiunque ha a cuore le sorti del nostro paese, a cominciare da chi eventualmente è in possesso di dati aggiornati all'anno appena trascorso.
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Postato il Martedì, 17 febbraio 2009 @ 15:35:32 di giovanni_mascia |
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