U valle du canne - Il vallo del Khan (Voto: 1) di Giovanni il Sunday, 28 December 2008 @ 22:27:59 (Info Utente ) | Caro amico "nonloso",
grazie per le tue domande con cui hai messo il dito nella piaga nelle traduzioni più o meno a orecchio e avventate che i burocrati fanno dei nomi delle contrade toresi che si tramandano in dialetto.
Per esempio la Chiantinaccia la si trova tradotta in italiano "Piantinaccia" oppure "Piano Interaccio". Che sono autentiche cantonate. Giacché Chiantinaccia non è altro che la contrazione dialettale di Piana Antonacci (Antonacci era il cognome di una famiglia torese ora estinta, ma non del tutto fino a quando conserviamo bene la traccia di memoria legata alla contrada che porta il suo nome).
Altro esempio, 'A chiane di sune è diventata chissà perché "La piana di sonno" o "del sonno", anziché "La piana dei suoni".
C'è molta approssimazione in queste cose, dunque. Ma veniamo a "Il Vallo del Khan".
Come abbiamo visto, e scusa se mi ripeto per completezza di esposizione, l'espressione torese per designare la contrada in discussione è U valle du canne tutto al maschile e al singolare e i soliti burocrati hanno tradotto alla leggera con "La valle delle canne", ossia al femminile e anche plurale.
Ora è chiaro che U valle non può essere tradotta con "La valle", perché in questo caso in dialetto sarebbe stato al femminile: 'a valle. Soprattutto du canne non è "delle canne", perché in dialetto sarrebbe dovuto essere di canne. In altre parole, "La valle delle canne" sarebbe stata giusta se in dialetto si dicesse 'A valle di canne.
Invece si dice U valle du canne. E allora?
Allora U valle maschile si può tradurre con "Il vallo", che vale fortificazione, accampamento (ma anche muraglia, terrapieno, argine ecc.). E du canne con "del Khan". Khan è un titolo nobiliare di origine centrasiatico/altaica (Mongolia e Turchia). Si trova anche scritto come Kan, Xan, Han, Ke Han. Originariamente voleva significare comandante, leader o capo tribù. Niente di strano che il nostro Khan fosse il comandante, il signore, il principe di alcune orde barbariche, per esempio i Bulgari, che invasero queste contrade e si stanziarono nella limitrofa Jelsi. Probabile che la contrada torese ricordi quei tempi agitati di quattordici, quindici secoli fa. Azzardato? Mica tanto. Se dopo di loro, i longobardi ci hanno lasciato la contrada torese Fara, che è l'equivalente longobardo di accampamento, tribù, perché i Bulgari non avrebbero potuto lasciarci in retaggio il loro "Vallo del Khan"?
Sarebbe imperdonabile disperdere questa importante traccia di indagine per la leggerezza di non fare bene attenzione alle parole esatte consegnateci dalla tradizione dialettale torese.
Mi fermo qui per non appesantire questo mio intervento. Non prima, però di inviarti cari saluti.
Giovanni Mascia |
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