Fra Giocondo e i fichi / 2 (Toro che non c'è più)
Data: Thursday, 04 November 2010 @ 10:21:37 Argomento: Poesie e racconti
Tra il laico Fra Giocondo, il padre guardiano e i fichi il conto era rimasto aperto. Finché, di lì a qualche mese, non arrivò puntuale il momento di chiuderlo una volta per tutte. Naturalmente chi ci rimise fu il furbo di turno...
Come tutti sanno, i fichi fruttificano due volte all'anno: a giugno e a settembre, e proprio con l'arrivo dell'autunno, passato finalmente il primaverile imbarazzo di corpo, il guardiano tornò a dare un'occhiata vogliosa all'albero di fichi.
Chiamò Fra Giocondo e gli disse: "Ho visto dei bei fichi maturi in giardino. Oggi ne vorrei assaggiare qualcuno". Ma quale non fu il suo disappunto nel vedersi poi servito a pranzo dei fichi acerbi, immangiabili. "Reverendo Padre, questi sono. Altri non ho trovato", gli spiegò Fra Giocondo.
Dopo qualche giorno, la storia si ripeté: una mezza dozzina di fichi erano arrivati a maturazione; ma da belli maturi quali li aveva visti e pregustati sull'albero, il guardiano se li vide arrivare a tavola duri come pietre. Con tutto ciò non si dette per vinto. Dopo un paio di giorni tornò a chiedere a Fra Giocondo un piatto di fichi, ma questa volta, non visto, lo seguì. E vide ciò che forse aveva già immaginato di vedere.
Fra Giocondo tastava il frutto. Se lo trovava duro, dicendo "Tié 'a capa tosta? E u guardiane t''a mmolle!", lo riponeva nel paniere. Se invece il fico era morbido, appetitoso e con la lacrimella di miele sulla buccia, diceva, sempre rivolto al frutto: "Tu chiagne? E j me cunsole!".E ne faceva un sol boccone.
Al Padre Guardiano non occorse vedere altro. Sfilandosi la cinta di cuoio si avventò su Fra Giocondo. E giù frustate su frustate. "Tié 'a capa tosta? - gli diceva - E u guardiane t''a mmolle!" E ancora, incurante dei lamenti e delle lacrime del povero fraticello: "Tu chiagne? E j me cunsole!".
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