La piazzetta di Toro (Toro che non c'è più)
Data: Friday, 06 May 2011 @ 01:00:00
Argomento: Poesie e racconti


Trascriviamo da Altromolise.it, una bella poesia dedicata alla Piazza, anzi, alla Piazzetta di Toro da Gudo Lastoria. Originario di Civitanova del Sannio, Lastoria ha abitato a Toro, probailmente negli anni Cinquanta del Novecento. Nei suoi versi situazioni e personaggi che i non giovanissimi ricorderanno con piacere.



LA PIAZZETTA DI TORO

Del borgo antico qui vicino
che pure mi fu caro,
dal nome vigoroso: quel di TORO
ricordo la piazzetta “Mmiez’u Chiane”
dove vita si muoveva, circolava,
a spasso se ne andava
sopra e sotto, sotto e sopra.

Qui mi ritrovavo
appena aprivo il mio portone
o le persiane al primo piano.
Spazio pulsante sotto il campanile,
contenitore di storie pubbliche e private,
personali e collettive.
Luogo di comizi e di bande musicali
nei giorni della festa a San Mercurio.
Anche punto occasionale
d’incontri fugaci e innocenti
di amori nascenti.

Ricordo le adunate avanti al bar
all’ora del “Comunicato” della RAI
per sentir le ultime notizie
ed il racconto entusiasmante
delle imprese memorabili
di Gino Bartali e di Fausto Coppi.

Nel saloncino del barbiere Antonio,
due o tre gradini sotto il marciapiede,
si vendevano e leggevano i giornali,
si parlava di sport e d’ogni altro.
Tra barbe e tagli di capelli
sulla rossa poltroncina “finta pelle”
e le attese sulle panche “legno duro”,
battute spiritose, accese discussioni
frizzi e lazzi in quantità.

Lo frequentava pure don MIMÌ
nei suoi ritorni da lontano,
l’azzimato don MIMÌ che raccontava compiaciuto
l’ultimo film del comico TOTÒ
con parlata forbita di giovane erudito.

Dai pullman dei SANTORO
con studenti e comuni viaggiatori
scendevano e salivano i pazienti
del famoso medico DE SANCTIS,
nobile figura di signore d’altri tempi,
dalla chioma folta e bianca
e il sorriso schietto e dolce,
che fu pure allievo
dell’illustre molisano CARDARELLI
della mia sannita CIVITANOVA.

Ma, se penso, altre cose del paese io rammento,
altri luoghi, persone, amici.
Vi giunsi bambino un grigio giorno di novembre
un giorno umido e nebbioso.
Tristezza e nostalgia dentro me.
Ci arrivai sul camioncino del trasloco,
in piazza vendevano cachi alla vaniglia.

Ma mi fu facile ambientarmi
e ritrovar la mia serenità.
Cominciai ben presto ad avvertire
e poi nel tempo a respirar piacevolmente
la calda atmosfera d’amicizia e simpatia,
di veri e forti sentimenti
che il paese avviluppava, e la sua gente.

GUIDO LASTORIA






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