Un oltraggio dalla civilissima Lombardia a San Mercurio Patrono di Toro
Data: Tuesday, 02 August 2011 @ 18:20:55
Argomento: Cultura


L'oltraggio in parola è solo un aspetto del declino inarrestabile del culto di San Mercurio, uno dei santi più famosi della cristianità, un tempo patrono della nazione longobarda e della capitale Benevento, e oggi in Italia e nell’Occidente venerato solo a Toro, a Serracapriola e in alcune località calabresi.


Statua di San Mercurio che si staglia davanti al profilo di Toro
(fotomontaggio)


Grazie alla segnalazione dell'amico Michelangelo Ferretti, è venuto alla luce di recente un oltraggio perpetrato all’effige del nostro San Mercurio. È successo nella civilissima Milano, molti decenni addietro quando, davanti alla iconografia tradizionale che lo ritraeva nei panni di legionario romano, i corregionali di don Abbondio si son dovuti forzosamente porre la domanda: “San Mercurio, chi era costui?”.

La riposta che si sono dati li avrà convinti dell’esoticità del culto verso un santo oramai dimenticato con l’assicurazione che nessuna censura o risentimento potessero mai arrivare da Toro, un borgo piccolo e oscuro della campagna meridionale d’Italia.


Storica immaginetta di San Mercurio,
stampata in quadricromia per i fedeli toresi dalla Sagdos di Milano nel 1941


Fatto sta che costoro non pare si siano fatti scrupolo a utilizzare le fattezze della statua di San Mercurio venerata a Toro e riprodotte nella sua immaginetta, che era stata stampata in quadricromia per conto dei fedeli toresi dalla Sagdos di Milano nel 1941, con il profilo inconfondibile dI Toro alle spalle del santo.

In apparente cattiva fede hanno attribuito le fattezze del San Mercurio torese, a un altro martire soldato, il cui culto è circoscritto alla sola Lombardia e alle province limitrofe, tant’è vero che Alessandro Manzoni, così attento all’onomastica locale, aveva assegnato il suo nome al protagonista del Fermo e Lucia, prima di ribattezzarlo Renzo nell’edizione finale dei Promessi sposi.


San Fermo, soldato martire, che con le fattezze della statua torese di San Mercurio
si staglia contro il profilo di Toro
Cromolitografia (Archivio Lorenzo Perrone, MI)


È San Fermo, più o meno contemporaneo di Mercurio. Pochi i ritocchi rispetto all’immaginetta di San Mercurio Martire: l’aureola raggiata modificata in circolare, la mano destra a reggere solo la palma e non più la lancia, la mano sinistra a trattenere la croce al petto, fiori e ciuffi d'erba ai piedi del santo eliminati per meglio agevolare la sostituzione del nome. Ed ecco che, a edificazione dei devoti lombardi, la metamorfosi è completa: e pazienza se il voluto San Fermo, soldato martire, si staglia nei panni di San Mercurio, a protezione delle campagne e delle case della beneamata Toro, piuttosto che delle cascine brianzole o delle valli comasche.
Nei secoli andati ci si accapigliava per impossessarsi delle reliquie di un santo. In pieno Novecento, magari solo per per pigrizia o superficialità, ci si è accontentati della immagine di un “santino”.


Il santino di San Fermo a confronto con quello di San Mercurio




(Per saperne di più, Giovanni Mascia, San Mercurio, chi era costui? in "Il Bene Comune", maggio 2011)


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