Il brigante Egidio Cialone terrore dei viandanti in transito Sotto la Vecchia
Data: Friday, 02 September 2011 @ 00:00:00
Argomento: Cultura


La regia Edizioni di Vincenzo Manocchio ha ristampato e presentato un libro fondamentale della storia e della cultura della nostra regione. Si intitola Il Molise tra storia e leggenda, ed è stata l'opera prima di un grande maestro scomparso l'anno scorso, Renato Lalli. Dal libro che è uno scrigno di storie e leggende di ogni angolo di Molise, torniamo a trascrivere il capitolo dedicato al tristemente famoso Egidio Cialone, il brigante che terrorrizzò Toro e il circondario nell'800.


Nella foto d'epoca, possidenti a passeggio "Sotto la Vecchia", in agro di Toro.
La località temuta per gli assalti e le razzie che i briganti, Egidio Cialone in testa,
perpetravano ai danni dei viandanti in transito da e per la Puglia.


A Toro tristemente famosa, negli ultimi anni del secolo scorso (1800), fu la banda di Egidio Cialone. Era questi un uomo rozzo, duro, feroce, il cui solo nome atterriva la gente. La vita di Cialone, dopo tante ribalderie e violenze finì banalmente.

La banda si era annidata in una caverna entro un folto bosco. Era quello un buon nascondiglio difficile a scovarsi. Dalla caverna i briganti videro una lunga teoria di contadini che dalla Puglia, con i loro asini, si recavano a vendere il grano. Decisero di lasciarli stare e di assalirli al ritorno, quando cioè avrebbero avuto le tasche piene di soldi. Rimasero tutta la giornata nella caverna, in attesa del ritorno dei contadini. Pensarono a lungo al modo più sicuro per impadronirsi del denaro. Decisero, infine, di ricorrere ad uno stratagemma. Uno dei briganti si sarebbe finto prete ed avrebbe cercato così di scoprire dove tenessero il denaro.

Verso sera, il sole era tramontato da poco, apparve sulla strada la carovana dei contadini che stavano tornando senza grano, segno che la vendita aveva fruttato bene. Il finto prete corse loro incontro fingendo di tremare per lo spavento. I briganti stavano a poca distanza, erano terribili, erano armati, si sarebbero preso tutto.

I contadini pensarono allarmati al denaro che avevano guadagnato e lo dissero al prete che teneva già la risposta pronta. «Bisogna nasconderlo - disse prontamente - bisogna fare in modo che non se ne accorgano». «E dove?» chiesero ansiosi i contadini. «Sulla groppa di quest’asino zoppicante» fu la risposta.

I contadini non pensarono affatto che sotto quelle risposte apparentemente sincere si potesse nascondere un tranello. Ascoltarono il prete che sembrava veramente invaso dalla paura dei briganti, raccolsero il denaro che avevano messo da parte e lo nascosero tutto sul dorso dell’asino zoppo.

Dopo poco sbucarono i briganti dalla caverna nella quale avevano assistito divertiti alla scena e, gridando terribilmente, si lanciarono sui contadini che sbandarono da ogni parte. Finsero di prendere prigioniero il prete che, urlando e sbraitando, indicò il posto in cui il denaro era stato nascosto. I briganti presero l’asino e andarono via di corsa, lasciando così i contadini beffati con un palmo di naso.

Passò un anno. I contadini fatti più cauti ed attenti dall’esperienza passata ripercorsero, dopo il nuovo raccolto, la stessa via dell’anno precedente.

I briganti li spiarono dalle fessure della caverna e anche questa volta decisero di attenderli al ritorno. Non ricorsero però allo stesso stratagemma dell’anno precedente perché i contadini difficilmente vi avrebbero dato credito, ma decisero di disseminarsi per i boschi che stavano tutt’attorno per poterli circondare al ritorno e chiudere così ad essi ogni via di scampo.

E così avvenne. Quando la sera i contadini con i guadagni delle loro vendite, sbucarono sulla strada, i briganti uscirono da ogni parte.

Nonostante si vedessero circondati, i contadini tentarono una resistenza ma alla fine dovettero cedere ai loro assalitori che erano in numero maggiore. I briganti ordinarono come prima cosa di gettare a terra tutto il denaro che avevano con loro.

Cialone, abbagliato da tanto denaro, si chinò subito a raccoglierlo. I contadini non si fecero sfuggire quell’attimo e lo colpirono violentemente sulla testa.

Cialone stramazzò a terra. I briganti ebbero un momento di scoramento, poi corsero dal loro capo nel tentativo di dargli soccorso, i contadini, approfittando della confusione, riuscirono a fuggire con gli asini e con il denaro che nel frattempo avevano raccolto da terra.

Così banalmente finiva il bandito Cialone che aveva atterrito paesi interi.

(Renato Lalli, Il Molise tra storia e leggenda, Casa Molisana del Libro, Campobasso s.d. [ma 1966], ristampa Regia Edizioni, Campobasso 2011)









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