Il porchetto a Sant'Antonio (Toro che non c'è più)
Data: Tuesday, 17 January 2012 @ 00:05:00
Argomento: Poesie e racconti


Un detto torese: Pare u purchitt'a Sant'Antonie, è riferito a persona che mangia sempre e dappertutto. E questo perché scorrazzava un tempo libero per le strade del nostro paese (e di ogni borgo dell'Italia meridionale), il maialino di Sant'Antonio. Era la mascotte della comunità, che lo allevava in onore di Sant'Antonio abate, la cui ricorrenza si festeggia oggi 17 gennaio. Poi, con il tempo l'usanza è decaduta dappertutto. Con il tempo, ma a Toro anche per un episodio preciso, accaduto tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, qui rievocato da Nicola Iacobacci.



Il paese ogni anno donava al convento un porcellino che portava un campanello al collo e una croce marchiata sulle zampe.

Andava libero per le strade nutrendosi con gli avanzi di cibo che gli lasciavano sulle soglie delle case. Diventava così il maiale più grasso di tutto il paese.

Difficilmente imboccava Calata Pozzillo [dove era la casa dell'Autore N.d.R.] o perché già sazio o per una certa indolenza a scendere e a risalire le scale [di pietra, poi eliminate per permettere il transito degli automezzi N.d.R.]

Una sera percorse la strada principale senza trovare cibo e fu costretto a imboccare la viuzza.

Il campanello richiamò l'attenzione dei figli di Pietro che gli corsero intorno.

L'animale cominciò ad agitarsi, infastidito dalla fame e dal chiasso.

Tirato per la coda, grugnì fortemente e, preso da uno strano senso di vendetta, si fece largo e azzannò le gambe del più piccolo che era rimasto seduto a guardare con stupore il gioco dei fratelli.

I monaci, preoccupati dell'accaduto, diedero il maiale alla famiglia di Pietro come risarcimento danni.

[Nota dell'Autore - Il fatto destò enorme scalpore. Da allora, per ragioni di sicurezza e di incolumità pubblica, fu abolita questa prassi consuetudinaria di lasciare libero per il paese il maiale donato ai frati del convento. ]

(Nicola Iacobacci, La tela dei giorni, Liguori editore, Napoli, 1987)





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