I fratelli Pecci, Toquinho e Joao Carlos, due creativi oriundi Terrae Thori
Data: Friday, 20 January 2012 @ 07:05:00
Argomento: Arte, artisti e artigiani toresi


Già è introvabile il nuovo libro di João Carlos Pecci, Toquinho, acorde solto no ar (Toquinho, accordo libero nell’aria), patrocinato dal Governo dello Stato di San Paolo ed edito nel 2010 da Imprensa Oficial nella collana Coleção Aplauso Série Música. Nelle librerie di tutto il Brasile è andato letteralmente a ruba la nuova fatica editoriale che João Carlos ha dedicato al fratello Antonio Pecci Filho, detto Toquinho.


1 Copertina del libro Toquinho acorde solto no ar, di Joao Carlos Pecci



2 Nota biografica dell'autore João Carlos Pecci, in terza di copertina


A distanza di pochi anni dall’uscita di Toquinho 40 anos de Música, che vide la luce nel 2005, il primogenito della famiglia Pecci ha sentito il bisogno di raccontare ancora una volta le vicende familiari ed artistiche del suo “irmão”, con un libro molto più interessante dal punto di vista grafico e dei contenuti, arricchito da un notevole apparato iconografico.

Nel primo dei trentadue capitoli intitolato A Ascendência Italiana. A Família. Infância. Primeiros Contatos com a Música, si trova una interessante novità, perché innanzitutto è Toquinho che parla in prima persona affermando:
    “Fortes e seculares raìzes ligam a familia Pecci à Itália, specificamente à cidade de Toro, na Província de Campobasso, região de Molise”.
Dunque, finalmente si possono leggere nella biografia ufficiale, le vere origini di Toquinho, e sono certo che adesso storici e musicologi del grande chitarrista e cantante paulista, riporteranno esattamente questa informazione, perchè in precedenza Toquinho veniva indicato di origini calabresi, che in Brasile generalmente significa del sud Italia.

Poi continua ricordando il memorabile concerto torese del 30 luglio 2008 e del Premio Ambassador, il passaporto d’oro, il prestigioso riconoscimento dedicato al più importante personaggio di origine molisana che si è distinto nel mondo, che quell’anno fu assegnato proprio a lui. Inoltre, fa riferimento alla mostra storica sulla famiglia Pecci, Tracce della memoria, allestita nel Museo Comunale e la passeggiata per le vie del paese che gli ha permesso di vedere la casa del nonno Giovannantonio Pecci, ubicata in Piazza San Mercurio.

A proposito del nonno Toquinho scrive:
    “Meu avô Giovannantonio Pecci nasceu em Toro, em 1885, vindo para o Brasil em 1896, com 11 anos, com seu pai Mercurio Pecci, enquanto a mãe Maria Giovanna permanecia na Itália”.
I due Pecci, Mercurio e Giovannantonio, arrivati in Brasile trovarono lavoro come contadini nella zona rurale di São Manuel, località all’interno posta a 250 chilometri da San Paolo e qui Giovannantonio conobbe Filomena, emigrata da Cosenza, che dopo qualche anno diventerà sua moglie. Con l’aiuto di amici la coppia riesce a trasferirsi nella capitale, mentre suo padre Mercurio decide di ritornare a Toro.

Giovannantonio inizia a lavorare come bigliettaio di tram e successivamente, grazie al suo impegno, diventa conduttore e, dopo un periodo di grandi sacrifici e di risparmi, riesce addirittura a comprare due mezzi per il trasporto pubblico cittadino, per fondare in seguito insieme ad un amico una compagnia sostenuta dal Comune di San Paolo.

Inizia così un periodo di grande prosperità economica, che certamente incoraggia la formazione di una numerosa famiglia costituita da sette figli: Mercúrio, Maria, Francisco, Antonio, Rosa, Regina e Gilda.

Giovannantonio si ammala di diabete, malattia che lo condurrà alla cecità, e poi alla morte che avviene nel 1944, mentre la moglie Filomena verrà a mancare nel 1982 alla veneranda età di 97 anni.

Dai loro sette figli nasceranno 15 nipoti e ben 22 pronipoti, ma tuttavia, afferma Toquinho con un pizzico di orgoglio, l’unico a portare il cognome Pecci è mio figlio Pedro Chaves.

La storia va avanti parlando dei genitori, del padre Antonio Pecci, nato il 9 marzo 1914, che come suo fratello Francisco ha svolto la professione di “alfaiate” (sarto), anche se per un periodo ha lavorato come autista di taxi avendo una piccola impresa con quattro automobili.

Nel 1940 sposa Diva Bondeolli, figlia di Carlo e Serafina originari di Mantova, dalla loro unione sono nati João Carlos Antonio, venuto alla luce il 17 marzo 1942 e Antonio (Toquinho) il 6 luglio 1946.

La madre Diva muore nel gennaio del 2007 all’età di 92 anni, mentre il padre Antonio si spegne serenamente a 94 anni nell’ottobre 2008, avendo consapevolezza che un membro della famiglia Pecci quello stesso anno era tornato finalmente a Toro, il luogo delle origini.

Il racconto prosegue con l’affascinante descrizione della sua lunga e feconda carriera, dei suoi maestri di chitarra e dei tantissimi compagni incontrati nel corso della sua vita, che ancora oggi ci regala momenti di grande emozione. I nomi che nei vari capitoli vengono menzionati sono davvero tanti e sarebbe un’impresa ardua ricordarli tutti.

Toquinho è sicuramente un artista di statura internazionale, conosciuto e apprezzato per la sua genialità ed il suo indiscutibile talento in ogni angolo del pianeta, in Brasile è considerato come un monumento nazionale, spero tanto che la sua Toro non lo dimentichi.

Dante Gentile Lorusso



3 Toquinho nel 1947


4 Toquinho nel giorno della I Comunione, 1953



5 Toquinho con il fratello João Calos e Baltazar, centravanti del Corinthians, 1954



6 Toquinho nel 1957 con i genitori Antonio Pecci e Diva Bondeolli



7 Toquinho a Roma, Fontana di Trevi, nel 1969.Omaggio a sua madre Diva Bondeolli.



8 Toquinho e Chico Buarque a Roma nel 1969



9 Copertina del disco La voglia La pazzia, 1976,
Ornella Vanoni, Vinicius De Moraes, Toquinho



10 Toquinho e Tom Jobim, nel 1977



11 Toquinho e Chico Buarque



12 Toquinho e Gilberto Gil



12 Toquinho e Falcao, Roma 1982



14 Toquinho nel 1990 con il Brasile di Zico, Mario Sergio e Roberto Rivellino,
il campione del mondo originario di Macchiagodena,
riconoscibile in prima fila con i suoi vistosi baffi neri.






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