Una alice per Pippo (Toro che non c'è più)
Data: Wednesday, 22 February 2012 @ 12:00:00
Argomento: Poesie e racconti


Dopo i bagordi e gli eccessi carnevaleschi, eccoci alle Ceneri e alla Quaresima, che si annunciava con digiuni e rigorosa astinenza dalle carni. Solo qualche "scénna" di baccalà e poche alici sulle tavole dei toresi di un tempo. E proprio le alici, anzi una alice, che aveva eccitato la voglia del protagonista, è alla base di un episodio accaduto tanti e tanti anni fa. Ce lo ha raccontato Diomede Ciaccia, prendendo spunto da una foto d'epoca.




Maggiorenti toresi davanti alla Chiesa di Santa Maria della Strada di Matrice:
don Mario Magno, i fratelli Caruso, il maresciallo Serpone e il maestro Giovanni Ciaccia, padre di Diomede. Davanti al maestro Ciaccia con il farfallino e a don Pasquale Caruso, è seduto il giovanetto don Amedeo Caruso



Racconta Diomede:
Era consuetudine che questi amici ogni anno, nel giorno del 16 agosto si recassero a Santa Maria della Strada, ospiti dell'eremita, che offriva loro un pranzo a base di polli!

E aggiunge:
Don Pasquale Caruso era il padre della maestra Lauretta, conosciuta da tutti e ricordata appunto come la maestra Caruso. Approfitto della circostanza per raccontare un fatto.

In quel periodo vigeva la legge che per accedere alla scuola superiore, dopo la quinta elementare, bisognava sostenere l'esame di ammissione. Mio padre per il corso preparatorio mi mandò dalla maestra Caruso, di felice memoria e, tra gli alunni vi era anche Pippo Tucci.

Quel giorno non si poteva iniziare la lezione perchè mancava Pippo e la maestra mandò a chiamarlo. Entrato nella sua casa trovai il mio amico che litigava con la madre perchè condizionava la sua presenza al corso con la restituzione di una alice, l'ultima rimasta, che era stata mangiata dal gatto. La madre voleva dargli dei soldi per ricomprarla, ma a Pippo non bastava. E rispondeva: "Io non ci vado, rivoglio quella che si è mangiata il gatto!".

Poi a furia di insistere, la madre riuscì a convincerlo e a fargli accettare i soldi. Ma a scuola non venne, né andò a comprarsi un'altra alice con i soldi della mamma. Li perse al gioco con Mercurio Pistillo.





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