Il torese strano e il padre guardiano (Toro che non c'è più)
Data: Saturday, 08 June 2013 @ 23:45:00
Argomento: Poesie e racconti


A margine di un vecchio repertorio notarile abbiamo trovato questa poesiola che rimanda a personaggi d'altri tempi. Non sappiamo se veri o inventati. Quello che è sicuro è che la poesiola è scritta a matita e il tempo ha scolorito qualche parola che abbiamo interpretata più che letto. Il senso comunque della ballata è chiaro.

Il torese strano e il padre guardiano
                Dio non benedice
                  chi vuole diventare papa.
                      Francesco I
C’era una volta tanto tempo fa,
e proprio quando c’era il podestà,
un tipo strano, così tanto strano
da litigare col padre guardiano.

Un giorno, all’improvviso, prese a dire:
- Caro padre, mi devi benedire
ogni qualvolta mi incontri per strada,
benedicimi, e accada quel che accada!

- Non è possibile, caro signore! –
provò a spiegare con qualche timore
il vecchio sacerdote francescano
a quello strampalato parrocchiano.

- Ma cosa dici? c'è il regolamento
ch’è stato sempre in uso nel convento…-
E lo diceva in modo esagitato
di chi diventa rosso e perde il fiato.

- MI devi benedire senza meno
quando m’incontri, col brutto o il sereno,
in osservanza del regolamento
ch’è stato sempre in uso nel convento.

E il frate: - Per la strada, questo è il punto,
io posso benedire chi è defunto
e passa per andare al cimitero
e non chi è vivo. Giuro e son sincero!

Davanti al giuramento il tipo strano,
smise di litigare col guardiano,
così di botto e proprio all’improvviso
divenne un angelo del paradiso.

E come un angelo con l’occhio strano
di chi ha architettato il suo bel piano:
- Sta bene, – disse al frate – son contento
che m’hai spiegato tu il regolamento.

Su, dammi qualche ora o qualche giorno,
e presto mi vedrai far ritorno.
Voglio vedere se sei di parola.
con l’acqua santa, il pestello e la stola.

Sì, dammi qualche ora o qualche giorno
e presto mi vedrai far ritorno,
per farmi benedire, a questo punto,
se non da vivo almeno da defunto.

Come ci sia rimasto il buon guardiano
davanti al “chi sei tu?” del parrocchiano,
non c'è bisogno di spiegarlo affatto.
Pensò naturalmente: "Questo è matto!".

* * *

Fu svegliato da lì a una settimana
da un funebre rintocco di campana.
Memore d’aver dato la parola,
con l’acqua santa, il pestello e la stola,

uscì sul sagrato del convento
e in osservanza del regolamento
benedisse il defunto che il corteo
portava a seppellir nel mausoleo,



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