Recite e amichevoli di lusso: un grazie sincero a Nicola Simonelli
Data: Saturday, 19 October 2013 @ 00:10:28
Argomento: Toresi benemeriti


Poche parole in memoria del professore Nicola Simonelli, scomparso da alcuni giorni, in segno di apprezzamento per la sua discrezione non disgiunta da un tenace e fattivo attaccamento al paese natale.



Vecchio Romagnoli di Campobasso, La squadra del Toro, allenata da Antonio Rossodivita
con sette toresi e quattro forestieri nella formazione base (1963-1964)



Una bella figura di uomo e di insegnante, quella del prof. Nicola Simonelli, forse meglio conosciuto in paese come Nicola Luciella Fino, dal nome della nonna paterna. Le nuove generazioni avranno avuto poche occasioni per incontrarlo, visto che - novello Cincinnati - amava passare il suo tempo nel ritiro della tenuta del Vignale a valle della Via Nova Boschetti. La mia generazione, invece, lo ricorda organizzatore discreto di bellissime serate, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Era il regista che dall'alto di due o tre anni in più di età e di esperienza dirigeva i giovanotti dell'azione cattolica impegnati in recite memorabili nell'Oratorio, immancabilmente chiuse dagli sketch esilaranti della coppia Nicola Felice (Geledèie) - Nicola Pietrantuono (Fasciane).

Non va dimenticata un'altra circostanza che di lì a pochi anni avrebbe reso Nicola addirittura leggendario. Almeno agli occhi di noi ragazzi.

Si era nel 1963, o forse 1964, e la squadra calcistica di Toro era allenata dall'indimenticabile Antonio Rossodivita, detto U secchiare e anche Coppolino, per essere stato un tifoso sfegatato di Fausto Coppi. Beh, dire allenare è forzare un po' il senso delle parole, visto che quella squadra non si allenava mai o quasi mai. Del resto non avrebbe saputo dove farlo, non essendoci più campo sportivo in paese, a parte quiel poco che ne era rimasto al Mulino a fuoco, attuale campo da tennis. Comunque sia, la squadra di Coppolino aveva concluso e vinto il primo campionato ufficiale del Toro ( terza categoria?), giocando tutte le partite sul vecchio campo sportivo Romagnoli di Campobasso, quello con il fondo in carbonella, tanto per intenderci, contro alcune squadre cittadine e i rivali di sempre del San Giovanni in Galdo.

A quei tempi (davvero altri tempi), a respirare l'aria buona di Campobasso, Oronzo Pugliese, un mito del calcio italiano, portava in ritiro estivo la squadra da lui allenata, il Foggia, che allora militava in serie B, ed era lì lì per fare il gran salto in serie A, dove l'anno succeessivo si sarebbe tolta la storica soddisfazione di battere con un memorabile 3 a 2 la grande Inter di Helenio Herrera, una delle più forti squadre di tutti i tempi. Ebbene, Nicola Simonelli che era legato a Foggia, dove risiedeva la fidanzata e futura moglie Delia, riuscì a combinare un'amichevole tra la blasonata squadra pugliese e quella di Toro. Un'amichevole di gran lusso per la nostra squadra e di grande prestigio per il nostro paese. Si disputò a Campobasso. Come finì in termini di gol non è importante ricordarlo: il risultato in una partita del genere ovviamente non contava. E non conta nemmeno oggi.

Conta dire un'altra volta grazie a Nicola per le emozioni regalateci allora, cinquant'anni fa, quando il calcio lo sentivamo e lo immaginavamo alla radio più che vederlo in televisione.





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