Araldica Torese 3/1. I soprannomi storici di casa nostra
Data: Wednesday, 15 January 2014 @ 00:00:00 Argomento: Cultura
I soprannomi di Toro desunti da un documento ufficiale del Comune. Derivazione dirette o storpiate di nomi, professioni, cariche, vezzi, tratti caratteristici, i soprannomi erano indispensabili in un mondo chiuso in cui si ripetevano sempre gli stessi nomi e gli stessi cognomi con omonimie che si ripetevano e moltiplicavano... ...
La funzione dei soprannomi era essenziale in un mondo chiuso, dove a causa dei pochi cognomi e dei nomi soliti che si ripetevano invariabilmente era difficile circostanziare al meglio la persona interessata. Si pensi all’uso secolare di rinnovare il nome del nonno, in tutta una serie di nipoti omonimi. Ed ecco allora la comodità di poter contare su un soprannome che permetteva di distinguere gli uni dagli altri, per esempio, i Nicola Quercio o i Giovanni Evangelista o gli Antonio o le Maria Parziale che affollavano le piazze, le vie e le rue di Toro. Oggi che le mura del paese si sono aperte ad accogliere nuovi cittadini, e i neonati arrivano con il contagocce, e si è imposta la moda di nomi più ricercati e originali, il bisogno di far ricorso ai soprannomi è diminuito se non scomparso addirittura. Prima che scompaiano del tutto, ne annotiamo un cospicuo numero a futura memoria, non senza tentare una semplice classificazione.
Metà anni Trenta del Novecento. Macellai toresi in fiera.
Da sx, Zi Pasquale Patranzèlle, Pasquale Sgrane, Nicolino Mesinghe,
Francesco Iennarielle (nonno e nipote, classe 1931, omonimi). Con tali nomi erano conosciuti
da tutti. Con i loro nomi veri, nell’ordine, Tucci, Di Gironimo, Tucci e Iacobacci,
avrebbero detto ben poco per via delle omonimie (Archivio Angelina Caruso)
I soprannomi, proprio come i cognomi, sono derivazioni dirette o storpiate di un nome, una professione, una carica, un vezzo, una particolarità fisica... Oggi, come si diceva, si tende a dare un nome esotico o almeno originale ai propri figli, in passato si tendeva a non uscire dal seminato. Ecco allora che se capitava un nome nuovo o poco usato, quel nome colpiva l’immaginazione dei paesani che lo estendevano, come soprannome a tutta la famiglia di riferimento. Questo succedeva con i Don Felice e i Beniamino (De Sanctis), i Romano (Quicquaro), i Fulvio (Grosso), i Giacinto (Serpone), i Crescenzo (Salvatore), i Natale (Ricella), i Gennarello (Iacobacci), i Dionisio (Cofelice), i Paolina (Simonelli), i Preziosa (Nardozza), i [Su]Sanna (Berardi), e tanti, tantissimi altri.
A volte era il cognome materno o dell'avo a essere ereditato come soprannome dai figli o dai nipoti. Per esempio Peggio (Evangelista), da Lúche cioè De Luca (Rossodivita), Ciaccia (De Sanctis ed Evangelista), Fasciano scritto anche Faggiano (Pietrantuono). Il cognome di famiglia era quindi esteso come soprannome di appartenenza anche alle persone di servizio e ai mezzadri come nel caso "dei Trotta" (rispettivamente ricaduto sui Santillo e sui Moffa).
Spesso era una caratteristica fisica, a cominciare dalla stazza, a caratterizzare e a designare il paesano e quindi i suoi parenti. E allora ecco i Carlone, Mingone, Michelone, Rusce, Ruscelille, Rusce de Cule, Sorda, Cecate, Sicche, Manemuzze, da Cioppe, Pelosa, Zelluse, Niro, Senzasangue, Stuorto, Scialbe, ecc.
Altrettanto spesso il soprannome faceva riferimento al paese di provenienza: Cercése e Cercesille, Ivezarole (Jelsi), Celdenése, Campuasciane, Campetrése e Campetresille, Sangeuannare, Reparule, Matreciane, Campelettane, Cullése, Termulése… O alla nazionalità vera o assegnata ad honorem: Spagnuoli, Danesi e Daneselli, Tedeschi, Cinesi, Abissinesi…
Fonti di soprannomi erano anche i mestieri: Melenare, Netare, Scardalane, Ortolane, Maccarenare, Bacchine, Tavernare, Guardaboschi, Guardacampagne, Sagrestane… O la carica esercitata dall’identificato o da un familiare: Sindachello, Primo eletto, Giudice, Giudicitto, Maresciallo, Caporale, Furiere, Guardia, Giurato o Giuratello, Canonico, Arciprete…
Oppure gli animali con i quali si aveva a che fare o ai quali si faceva pensare: Iocca e Iocchitello, Picinella, Viccia, De Cille, Baccalà, Corze, Ciuccio a viaio… O anche i frutti o gli ortaggi più disparati: Cachisso, Cardarella, Cipolla, Portagallare, Ortolano, Cociafoglia, Finocchietto… A intercalari, vezzi, passioni o abitudini particolari rimandano soprannomi come Parapille, Sgrano, Panzanaro, Partella, Passa Acqua, Pisciaturo, Zompamurilli e Scoppapranzuni…
C’era infine la gran massa dei soprannomi dalla sonorità più o meno gagliarda, ai quali di volta in volta si può e si deve dare solo quella interpretazione basata su questo o quell’aneddoto tramandato dagli antenati ai discendenti.
Comune di Toro, Ruolo dei censi e canoni per l’Anno 1933.
Dettaglio della copertina (Archivio Comunale di Toro)
Difficilmente si riuscirà nell’impresa di registrare tutti i soprannomi toresi. Per non essere citati di partigianeria, in questo primo elenco sommario annotiamo – con poche aggiunte i soprannomi rinvenuti a margine di un documento ufficiale del Comune di Toro, precisamente il Ruolo dei censi e canoni per l’Anno 1933, dove sono annotati i nomi, i cognomi e molti soprannomi dei 391 censuari del Comune. La resa grafica in genere è dell'estensore del registro. Tra parentesi e in grassetto i cognomi di riferimento, tenendo ben presente che per gli inevitabili intrecci familiari, i soprannomi potevano migrare di cognome in cognome. Si pensi al caso più comune: il soprannome della madre che poi passa ai figli.
- Bacchetille (Antonucci),
- Trapolino, Sanna, Ivezarole (Berardi); Fontanaro (Bruno);
- Coppino (Carusella); Geuannangele, Martiniello, Termulése (Caruso); Deianjzie, Carlone, Sicco, Iacovillo, Mustuto d'Aggio, Cachjsse, Mengóne, Tuccuelóne (Cofelice); della Sorda, Luzio, Cuccitiello, Tamburriero, Maresca, Blacca, Cardarella, Cenése, Sciagurate, Balore, Tasciótte (Colledanchise); Pasqualiello, Viccia, Spacchetiello, Baccalà, Micuccio, Stuorto, Ortolano, Scardalano, Cociafoglia, Parapille (Cutrone);
- Ustenille, Lempeiúne, du Moneche (D'Amico); ‘A védeve, Comandante (De Michele) 'A Campetrése, Mechelúcce, Matalène, Don Feljce, Bèniamjne (De Sanctis); Sgrano, Sciarella (Di Gironimo);
- Lucibello, di Carlo, Fragnitiello, Diodato, Cosimillo, Pilucco, Calizzo, Angelella, dei Monaci, Siggitore, Capezza, Zuzzèlla, Penzire, Peggio, Maccarenare, da Sórde (Evangelista);
- Picinella, Capacchione (Farinacci); Colavincenzo, Geledèie (Felice); Panzanaro, Mingariello, Bigarello, Colillo (Ferrara); Pisciuotto (Ferrazzano); Pacchillo, Ciccantonio, Lezio, Cillitto, Maresciallo, Pacchióne, Mammarése, Campanèlle, U Patjne (Fracasso); Zantuono, Tavernaro (Francalancia);
- Guardaboschi, Sagrestano, ‘a Védeve, Matalène (Graziano); Maste Felomène, Fulio, Vittoria, Cautillo (Grosso);
- Iocca, Iennariello, Canonico, Notaro, Lattare, Resceljlle, Scevècchie, Cianne, Melenare, Scatozze, Tosche (Iacobacci); Finocchietto, Pilucco, Garbone, Sinachello, Ciumpare, Scamorze, Mazzole (Iacobucci);
- Calecagne, ‘A Matreciane (Laurelli);
- Colafilippo, de Crrjste, Giudice, Gedecjtte (Marcucci); Bazzocca, Baione (Martino); Cacchione, Frusciuto, Stifene (Mazzarino); Guardabbosche (Miozzi); Frescèlle (Mitra); Spetrino (Mazziale);
- Iocca, Iocchitiello, Niro, ‘A Prezióse (Nardozza); Furiere, Cullése (Nazzario);
- Pallantrillo (Pallante); Rifriddo, Ciccottiello, Cipolla, Manomozza, Partella, (Parziale); Senzasangue, ‘A Pelóse (Peluso); Zelluse, Mancino (Pifalo); Carljne (Pilla);
- Curuzzo, Capézze, Portagallare (Quercio); Romano, Mezzetto, Passa Acqua, Mastrillo, (Quicquaro);
- Scialbo (Ricciardi); Natale, Primoeletto (Ricella); Petulante (Rossi); Guardacampagna, Fornaro, Scardalano, Sderrazza, Salveiètte, Rúsce de cúle, Pantò, Da Lúche, Mechelóne, Pantalone, Secchiare (Rossodivita);
- Crescinze, Guappone, Nardillo (Salvatore); Parégge (Santella, Giuliano, Fabale); L'acceprèute (Santillo); Caporale, Cillitto, Sacchétte, Giacjnte (Serpone); Spagnuolo, Doniciello, cioè Danescille, Senzapensieri, Zinicco, Zingariello, Danése, Mastrjlle, Pauljne, Pjzze, Cepólle (Simonelli); Colacarlo, Gnirro, Corze, De Cille (Sivilla);
- Capellaro (Talentosa); Tic Tac o Tretacche, Codelungo, Bessenése, (Traboscia); di Cristo, Cacalésce, Bancóne, Imbriglione (Tromba); Pagliaccio, Ciuccio a Viaio, Caperrone, Narciso, Salaiule, Musingo, Patranzèlle (Tucci). Giovanni Mascia N. B. Articolo ripreso dal Bollettino "La Voce di Mercurio" Settembre-Ottobre 2013
(Clicca qui per leggere la seconda e ultima parte dell'articolo)
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