Un reportage di Vincenzo Colledanchise da "Cammina Molise" 2007
Data: Tuesday, 14 August 2007 @ 17:00:45
Argomento: Riceviamo e pubblichiamo


Anche quest'anno, Vincenzo Colledanchise non ha voluto mancare all'appuntamento con "Cammina Molise". Con qualche foto, pubblichiamo le sue impressioni sulla lunga camminata che, lo ricordiamo, ha visto la partecipazione di circa 120 persone, provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Per quattro giorni consecutivi, i marciatori hanno visitato centri storici, boschi, siti archeologici e attraversano sentieri ormai abbandonati della nostra regione.

Impossibilitato a partecipare il primo giorno, che i camminatori mi riferiscono essere stato molto gratificante, mi aggrego alla comitiva dal secondo giorno in poi.
Partiamo per Tavenna, piccolo centro abbarbicato su un colle ameno dove troviamo dei tavoli imbanditi utili a rifocillarci per la fatica del cammino fino a Montecilfone.
Posiamo per la foto di gruppo davanti al sagrato della chiesa di Tavenna dove rivedo una foto di un volto familiare, quella del parroco locale morto da poco e che avevo conosciuto ed apprezzato in un convegno ecclesiastico giovanile.
Lungo il viale notiamo davanti ad un a casa una interminabile mostra di piante grasse esotiche che ci insuriosisce.
Il sole lungo la strada sterrata e polverosa, spietatamente , vorrebbe vincere ogni mio entusiasmo, ma l'"angelo custode" che ci segue col fuoristrada ci dona costantemente l'unica cosa utile per un buon e salutare cammino: l'acqua.
Ma questa non basta per vincere la fatica. Occorre che ci sia unità di intenti nei partecipanti pervenuti da tutta Italia, e tanto, tanto amore per la natura.
L'unità di intenti è quella che il tenace Giovanni Germano grida al megafono per tutti i borghi e paesi molisani attraversati da Cammina Molise: riscoprire le piccole realtà interne per una testimonianza di attaccamento alle proprie origini, un modo diverso di promuovere un turismo alla ricerca di tradizioni e dei valori culturali ad esse legati ed un modo diverso di riscoprire un territorio con i suoi valori paesaggistici.



La prima impressione del gruppo avvertita dalla gente nei paesi attraversati è quella della gioia manifestata nei canti popolari mediante l'ausilio di un semplice organetto e un flauto.
In coro, appena si scorge una bella donna al davanzale di una finestra o una semplice vecchietta, le si "onora" con una simpatica esclusiva serenata.
Non capita tutti i giorni di ricevere tale simpatico omaggio da un centinaio di sconosciute persone sotto il proprio balcone o ballatoio. Qualcuna si ritira per timidezza, qualcun'altra dal luccichio degli occhi tradisce vera emozione. Tutte ne parlano compiaciute ai vicini subito dopo il passaggio del caloroso ed euforico gruppo canoro.







Visitato il ridente paese di Montecilfone e rifocillati dagli operatori della locale pro Loco si passa ai balli e divertenti "maitunate". In serata giunti a Guglionesi incontriamo la popolazione festante per la notte bianca. La cittadina ci stupisce per i suoi importanti monumenti: un museo con antiche testimonianze sannite e romane e la cripta della chiesa di S. Nicola e la omonima chiesa romanica dell'XI secolo.

Il terzo giorno di marcia si varca il fiume Trigno per visitare i paesi del versante abruzzese.



A San Giovanni Lipioni il sindaco ci fa da guida al piccolo ma dignitoso borgo. Sotto un sole spietato alcune donne del paese sono intente a prepararci un lauto pranzo.
Alla nostra partenza alcuni abitanti vogliono accompagnarci fin fuori al paese, tra cui un anziano simpatico e malfermo vecchietto carico di galloni della Benemerita, che non disdegna tenere al braccio ben quattro belle nostre camminatrici gloriandosene verso i paesani. Senz' altro avrà aggiunto poi un altro gallone sulla sua giacca consunta.



L'irta salita, che dal maneggio della valle, dove veniamo accolti e rifocillati , che porta a Castelguidone, è veramente dura, ma la compagnia di alcuni cavalieri e le chiacchiere che inevitabilmente si intrecciano fra i camminatori fanno sentire meno il peso della fatica.

La vista di Schiavi d'Abruzzo sull'alto cocuzzolo vorrebbe fiaccare ogni possibile entusiasmo dei marciatori, ma la tenacia dei più fa da apripista, anche se attardatoci per raccontarci la vita con alcuni compagni, ci costringe ad essere forzatamente recuperati e trasportati fino all'alta meta dal pulmino inviato in soccorso delle retroguardie. Opportuno il salvataggio perché coincidente con una improvvisa pioggerella.
La visita al tempio italico ci lascia attoniti per lo struggente paesaggio circostante, ma anche la vista panoramica notturna dal belvedere del paese ci rapisce nell'osservare mezzo Molise dall'alto dei 1250 metri dell'ospitale paese abbruzzese. In serata gran cena e grandi balli in piazza. Che simpatici i cugini abruzzesi !

Il suono della campane che si ode a Belmonte del Sannio ci ricorda che è domenica.
L'accogliente paese ci riserva una colazione tipica d'un tempo: il panunto con uova e peperoni e ottimo vino.
Le cortesi convincenti parole del Sindaco ci invitano ad un gradito possibile ritorno al suo paese, che testardamente non vuol morire, a dispetto dei freddi e deludenti dati demografici divulgati proprio in questi giorni dalla Curia vescovile di Trivento con allarme, che vorrebbero condannare questi piccoli centri ad una inesorabile imminente scomparsa.
Le parole di incoraggiamento del nostro indomabile portavoce vogliono incoraggiare il primo cittadino, che uno degli scopi dell'associazione Cammina Molise è proprio quello di far invertire tale indesiderata tendenza, valorizzando le peculiarità di tutti questi paesi destinati alla morte lenta dell' abbandono e/o dell' estinzione .

Da Belmonte a Castelverrino abbiamo modo di vedere una delle tante frazioni agnonesi: Villacanale, recentemente animata da una troupe cinematografica con la Loren e la Ferilli per rievocare nelle immagini le pagine struggenti di un bel libro di un autore molisano-canadese.
Atttraversato il fiume Verrino, giungiamo sudati ma euforici alla piccola gemma incastonata fra i monti altomolisani : Castelverrino.





Finalmente conosco il paese sognato notte e giorno da una mia "antica" fiamma giovanile che dal suo esilio canadese raggiungeva annualmente questo sperduto suo borgo natio. Sull'aia ai piedi del paesello, dove bollono pasta e fagioli riservati per noi, chiedo ansioso che fine abbia fatto Pina "Pantano" ad una signora che ci serve gentilmente i piatti. Con delusione dice che ormai Pina non torna più a Castelverrino perché la casa lesionata non glie lo permette. E' motivo valido per me per invogliare il vicesindaco a chiedere alla Regione dei contributi per il cosiddetto "albergo diffuso", che permetterebbe a tantissimi di godere dei soggiorni in questi nostri paesini molisani da parte degli emigrati ed eventuali turisti, recuperando le case fatiscenti e abbandonate.

La camminata e la festa di Cammina Molise termina dopo irta salita a Pietrabbondante.



Saluto il mio collega Antonio, vicesindaco della bella cittadina che, ansioso, ci accompagna processionalmente, tra canti di giubilo, al Teatro Italico dove ci accoglie una compagnia teatrale rievocante il matrimonio dei sanniti.
Tra le fila degli spettatori scorgo e quindi abbraccio (sudato) il mio amico Arcivescono Dini, che mi chiede do dove fossi sbucato con quella strana divisa e indicandogli il berretto dell'Associazione replico che da qualche giorno giro con altri "pazzi" come me per viottoli il mio adorato Molise, che solo per noi si "denuda" per farci riappropriare delle sue grandi e inesplorate risorse naturali. Dopo la rievocazione del matrimonio sannita, rientriamo, infreddoliti ma felici in paese per donare la nostra gioia e la nostra testarda testimonianza di appassionati amanti e cultori delle bellezze e delle risorse della nostra amata terra molisana.
Dopo la consumazione del tipico piatto d'un tempo, la zuppa di farro, ci uniamo alla compagnia di canti popolari termolese in balli e canti, non solo per vincere il freddo, ma soprattutto per ribadire nella gioia e nel convincimento sempre più certo che la via intrapresa è quella giusta per perpetuare questa originale e bella manifestazione, che ogni estate gira per vari paesi molisani per conoscerli, amarli e quindi valorizzarli.



Consapevoli di tale verità, tributiamo al nostro simpatico Professor Lucarelli, veterano del gruppo, in occasione del suo 80 compleanno, una targa ricordo adornata della firma di tutti i partecipanti di Cammina Molise.
Il suo commosso ringraziamento è consistito nel suo unico auspicio , quello che altri molisani raccolgano il suo testimone, altrimenti potrebbe essere troppo tardi.
Infatti, la stessa petizione per la valorizzazione e la tutela dei nostri tratturi, che ha raccolto tutte le nostre firme durante la marcia, vuole essere un disperato tentativo per sensibilizzare chi ne ha potere onde non disperdere un ingente patrimonio che tanti ci invidiano e che noi stentiamo a tutelare.

Un abbraccio forte a tutti i miei amici camminatori con i quali ho condiviso fatica e sudore in questi giorni, ma soprattutto ho condiviso con loro il mio appassionato amore per la natura e, specificatamente, quella della nostra terra molisana.

Vincenzo Colledanchise





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