I proverbi toresi sul mese di Giugno (Vita e cultura popolare)
Data: Thursday, 19 June 2014 @ 09:35:00
Argomento: Tradizioni e feste


Proverbi e modi di dire popolari toresi, che i nuovi ritmi e stili di vita tendono a porre nel dimenticatoio. In linea con gli almanacchi di una volta, i proverbi sono agganciati allo sfogliarsi del calendario. Quelli di giugno sono ispirati dalla metereologia e, naturalmente, dai grandi santi del mese: Sant'Antonio e San Giovanni.




MESE DI GIUGNO


1 / Un mese di giugno, quello di quest'anno, freschetto a dire il vero. Ed è dire poco. Poco male se non avesse piovuto, se non avesse piovuto a sfascia-barili e grandinato a ripetizione, perché

L'acque de Giúgne strúie u múnne.

L’acqua (pioggia) di Giugno distrugge il mondo.

Ed è intuitivo capirne la ragione: l'acqua danneggia il fieno già raccolto, mentre l'orzo, l'avena e il grano da mietere oramai hanno bisogno solo di sole per riempire la spiga e maturare.


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Paolo Cardone, Fuoco a Sant'Antonio, Toro, Anni Novanta del Novecento


2 / U fuche a Ssant'Antonie, Il fuoco di Sant'Antonio. 1 - Falò che si accendono a sera, dal 1 al 13 giugno, in diversi punti dell'abitato, in onore del Santo di Padova (altrove più opportunamente con l'agiografia del Santo i fuoco si accendonon in onore di Sant’Antonio Abate, 17 gennaio). Alla sommità dei falò dell'ultima sera, che riescono grandiosi, viene issata e fatta bruciare 'a bambolette, la bamboletta, un fantoccio di stracci e carta colorata, il cui valore simbolico rimane oscuro. Un tempo attorno ai falò le anziane recitavano giaculatorie e i bambini cantavano canzoncine (Per esempio: Sant'Antonio, giglio giocondo/ è nominato per tutto il mondo;/ chi lo tiene per avvocato/ da Sant'Antonio sarà aiutato.// Sant'Antonio è piccolino/ e ci ha la veste a tricchinella, cioè turchinella...). Da qualche decennio, grandi e piccoli preferiscono sgranocchiare biscotti e paste e, l'ultima sera, cavatelli, carni arrostite alla brace e altro ancora. 2 - Fuche a Ssant'Antonie è anche il nome popolare dell'herpes zoster e, per estensione, di forti irritazioni della pelle.


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3 / Non è la prima volta che presentiamo un proverbio dal significato apparentemente scontato, ma che svela in seconda battuta la tipica arguzia contadina.

Vè prjme u Curps Dòmmene e dope San Geuanne

Viene prima il Corpus Domini e dopo San Giovanni.

In apparenza è una banalità bella e buona: la festività del Corpus Domini, che quest'anno tocca il suo massimo, spingendosi fino al 22 giugno e arrivando addirittura a sorpassare il solstizio estivo, precede sempre quella di San Giovanni (24 giugno). Sia per il calendario sia per importanza, Cristo viene prima di San Giovanni. Ma non è questo il significato recondito del proverbio. Che si ripete per dire che il mangiare viene prima di ogni cosa. Cioè prima provvediamo al "corpo" (Corpus Domini) e poi al resto, per esempio alle convenienze sociali (non dimentichiamo che si chiama il "San Giovanni" il forte legame della comparanza). Insomma. è un po' come dire Prima i denti / e poi i parenti.


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4 / Le pioggie torrenziali, le grandinate, l'inaspettato crollo delle temperature di questi giorni hanno fatto tornare di attualità una serie di proverbi legati alla incostanza del tempo a cavallo tra primavera ed estate. Una piccola raccolta da recitare a mo' di filastrocca ci fu a suo tempo segnalata da un'amica di ToroWeb, Maria Antonietta Di Gironimo. che torniamo a ringraziare di cuore:

Iè Maie
e 'ncore fridde haie.
Se ne vvè giugne a otte
ne mme lève u cappotte
Se ne vvé u Paduane
ne mme lève u pastrane.
Se nne vè Luglie meture
ne mm'arescalle i pacche du cule.


È maggio
e ancora freddo aggio
Se non vien di giugno l'otto
non mi leverò il cappotto
Se non viene il Padovano [Sant'Antonio]
non mi leverò il pastrano
Se non vien Luglio maturo [o mietitore?]
non mi riscaldo le chiappe del culo.







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