Sarà l’amore a salvare il mondo, non la bellezza
Data: Sunday, 27 July 2014 @ 01:00:00
Argomento: Cultura


Così s’intitola il bellissimo saggio di Luca Castiello che abbiamo il piacere di pubblicare oggi in concomitanza delle nozze di Luca con Mariluccia Cassetta. Un’ottima occasione per augurare agli sposi un futuro radioso con le parole e le riflessioni di alcuni giganti della letteratura mondiale, da San Paolo a Dostoevskij, ad Oscar Wilde, a Rainer Maria Rilke…


Gustav Klimt Il bacio, (olio, argento e oro su tela, 180 × 180 cm) 1907-1908,
Österreichische Galerie Belvedere di Vienna



La bellezza salverà il mondo. Questo il titolo che il bulgaro Todorov Tzvetan ha voluto dare al suo libro pubblicato nel 2010 e che vede protagonisti tre grandissimi scrittori: Oscar Wilde, Rainer Maria Rilke e Marina Cvetaeva.

Nell’opera, l’autore nativo di Sofia si interroga sul senso profondo della loro esperienza di “avventurieri dell’assoluto”; pensatori che hanno dedicato tutta la propria esistenza al servizio del bello e della perfezione. Ma ha ragione Todorov quando afferma che sarà la bellezza a salvare il mondo?

Anche l’eterno Dostoevskij ha velatamente sostenuto lo stesso concetto nel romanzo “L’idiota”, attraverso le parole del principe Miskin. Tuttavia, oso avanzare dei dubbi sulla efficacia di questa che comunque resta una idea affascinante. Probabilmente sarà l’amore a salvare il mondo e non la bellezza, per almeno tre specifici motivi che, senza presunzione di essere esaustivi, sono sicuramente tra i più importanti.

Ante omnia, l’amore è un concetto assoluto, ovviamente inteso nella natura intrinseca di sentimento immortale descritta in modo straordinario da San Paolo nella preziosa prima lettera ai Corinzi, che potrebbe pacificamente definirsi un antipasto di romanticismo puro servito all’umanità con circa milleottocento anni di anticipo.

Dunque, come sentimento incondizionato, l’amore non soffre l’individualismo ed il soggettivismo, tipici difetti connaturati al concetto di bellezza. Se, infatti, è inconfutabile come una persona, un ’opera d’arte o un paesaggio possano essere belli per qualcuno o per la maggior parte, ma essere non belli o addirittura brutti per altri, siano anche la minoranza del gruppo, questo non può accadere per l’amore.

La bellezza, infatti, è il concetto soggettivo per eccellenza.

Ognuno di noi si è innamorato di una persona che vede particolarmente bella, quando è possibile che questa non verrebbe scelta per ragioni estetiche da altre nove persone su dieci; inoltre, mentre ognuno di noi può legittimamente sindacare l’estetica dei partner scelti dagli amici, di certo a nessuno verrebbe mai in mente di criticare un amico perché si è innamorato di una donna piuttosto che di un'altra, a prescindere dal fattore estetico. A molti piace l’impressionismo, altri lo detestano; alcuni impazziscono letteralmente quando vedono un paesaggio imbiancato dalla neve che per altri, invece, è solo un fastidioso problema.

L’amore non può essere tale solo per qualcuno e non per altri.

Il fatto che qualcuno sia innamorato (parliamo pur sempre dell’amore come concetto assoluto) deve essere valido per tutti, indipendentemente dai gusti personali, dall’idea che gli altri hanno dell’innamorato e del destinatario del suo sentimento, dal modo in cui egli manifesta il suo amore e persino indipendentemente dall’idea che gli altri hanno dell’amore stesso. Posta una fiducia incondizionata in Luca e dato per certo che non sia un bugiardo, quando lui si dice innamorato, nessuno può sostenere che Luca non sia affatto innamorato senza certezza di essere smentito. Il fatto che Luca provi amore per qualcuno può essere contraddetto soltanto dal diretto interessato, ma non potrà mai essere oggetto della smentita di altri che nulla possono conoscere dei suoi reali sentimenti.

L’amore è leale, sincero,”gioisce della verità” come ha scritto San Paolo.

Invece, lo stesso Dostoevskij ne “I fratelli Karamazov” ha fatto dire a Mitja: “La bellezza è una cosa tremenda e orribile. Non riesco a sopportare che un uomo dal cuore nobile e dall’ingegno elevato cominci con l’ideale della Madonna per finire con quello di Sodoma. Ma la cosa più terribile è che, portando nel suo cuore l’ideale di Sodoma, non rifiuti nemmeno quello della Madonna…Il cuore trova bellezza persino nella vergogna, nell’ideale di Sodoma che è quello della maggior parte degli uomini”. Con queste parole, secondo il filosofo russo Eudokimov (Teologia della bellezza), viene del tutto evidenziato il carattere ambiguo e ingannatore della bellezza.

Tutto quanto appena detto è vero perché l’amore ( e la relativa condizione di innamorato) ha una sola natura anche se diversi modi di essere vissuto e manifestato e, quindi, non può essere oggetto di diverse spiegazioni (come accade, ad esempio, per l’interpretazione dei documenti normativi).

Questo è dimostrato anche dal fatto che, mentre spesso la bellezza è sottoposta in diversi ambiti a dei veri e propri metri di valutazione definiti (si pensi ai classici concorsi di bellezza dove l’estetica delle partecipanti è espressa in valori numerici), l’amore viene sempre comunicato con espressioni indefinite ( ti amo all’infinito, ti amo tantissimo, ti amo da morire, ti amo da impazzire, ti amo più di ogni altra cosa, ed altre).

In tutta la storia dell’umanità, nessuno ha mai pensato di creare un criterio di valutazione in grado di misurare la quantità di amore presente in una persona. Viceversa, nel mondo esistono molte figure deputate alla misurazione del grado di bellezza presente nelle cose (critici d’arte, critici letterari, critici gastronomici, critici televisivi, critici musicali).

Se, d’altro canto, Luca affermasse che il “Bolero” di Ravel è un’opera straordinaria o che “ Il processo” di Kafka è il più bel libro che sia stato mai scritto, ben potrebbe essere smentito da chiunque non apprezza la musica del compositore francese o la tecnica narrativa dello scrittore ceco, a prescindere dal loro oggettivo immenso talento .

Il secondo motivo per cui si può affermare che non sarà la bellezza a salvare il mondo, bensì l’amore è da rinvenirsi nella considerazione indiscutibile che la bellezza non è ovunque nel mondo, mentre l’amore si può trovare in ogni luogo, fosse anche il più remoto e inospitale.

Si può ragionevolmente ritenere che qualcuno potesse pensare ad una qualsivoglia idea di bellezza nella Dresda rasa al suolo durante la seconda grande guerra? Ma qualcuno può sensatamente credere che in quella città non ci fosse qualcuno il quale, nonostante morte e distruzione ovunque, pensasse alla persona amata?

E si potrebbe mai definire intrinsecamente bello il momento in cui nasce un bambino? ( in questo caso, è lapalissiano, si parla di bellezza in un’accezione totalmente diversa da quella pensata da John Keats quando ha scritto che: “Una cosa bella è una gioia eterna!”; non si parla, dunque, di una percezione emotiva, ma di un concetto di bellezza prettamente empirico).Emozionante, certo, ma non bello: la sofferenza della mamma è quasi sempre enorme e tutti i bambini, o almeno quasi tutti, appena nati sono sgradevoli e sporchi. Ma non è forse questo il momento dell’esistenza in cui si ha la pienezza assoluta dell’amore?

Dunque, la bellezza non è onnipresente, mentre lo è l’amore, perché fa parte della natura di tutte le cose, anche di quelle che appaiono prive di bellezza. Questo assunto trova solide basi nel vangelo apocrifo di Tommaso l’apostolo, dove al versetto 77 Gesù dice: “Io sono la luce che splende su tutto. Io sono ovunque. Spezza un legno ed io sarò lì, alza una pietra e lì mi troverai”. Pertanto, poiché Dio è universalmente considerato l’amore assoluto, ecco che è l’amore la luce che splende su tutto, è l’amore che è ovunque e che si può trovare persino spezzando un pezzo di legno o alzando una pietra ( con il termine “Dio” s’intende ovviamente identificare qualsiasi divinità che abbia credito nel mondo, perché l’amore è uguale per tutti, senza distinzioni).

Sarà l’amore a salvare il mondo anche perché il concetto di bellezza soffre di fattori contingenti.

Una persona può essere molto affascinante in giovane età, ma certamente vedrà sfiorire negli anni la sua bellezza ( a dispetto dell’innamoratissimo Shakespeare che nel sonetto n.18 dice alla sua amata: “Ma la tua eterna estate non sfiorirà, né perderai possesso della tua bellezza”! ) Una meravigliosa opera d’arte perderebbe gran parte della sua bellezza se accidentalmente venisse danneggiata. Persino l’idea individuale di bellezza può cambiare.

L’amore, invece, non teme il caso. E’ un sentimento che non ammette diverse gradazioni. E rimane integro nel corso dei secoli (ancora nel sonetto n.116 Shakespeare ammonisce: “Amore non è soggetto al tempo, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio).

Se l’amore c’è in relazione ad una determinata relazione soggetto – soggetto in un dato contesto spazio - temporale ( infatti, non vi può essere in amore un rapporto soggetto – oggetto, in quanto l’oggetto del sentimento amore ne è innanzitutto la causa!) , ne è provata l’esistenza che è di per sé indiscutibile. Se, invece, consideriamo il caso in cui l’amore viene meno, comunque questo non passa ad una gradazione minore, ma semplicemente non c’è più ( in verità non c’è mai stato nella natura di valore assoluto) e, quindi, non ha sofferto di alcuna circostanza contingente.

Scrive Shakespeare nel sonetto n.116: “Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento”.

Ecco, dunque, perché sarà l’amore a salvare il mondo e non la bellezza. La bellezza è una idea relativa, non è presente ovunque e soffre di fattori assolutamente contingenti. L’amore, al contrario, è un concetto assoluto, presente in tutte le cose e non ammette diverse sfumature.

Luca Castello

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