Il banditore e il bando memorabile (racconto)
Data: Wednesday, 05 September 2007 @ 16:16:58
Argomento: Poesie e racconti


Il vecchio banditore dal viso schiacciato e dall’incerta postura si fermò al solito muretto del vicolo, vi salì con sforzo e prese fiato per la sua contorta e stridula trombetta.
Riempì il torace dell’aria necessaria per suonare lo strumento, riversò tutto il suo fiato nella tromba e quell’incerta solitaria nota vibrò scompostamente per il vicolo, come al solito, alla solita ora quotidiana, per far affacciare alle finestre e balconi i pochi spettatori abituati al suo umile concerto.

Però quel giorno non aveva il solito compito di far convogliare eventuali acquirenti presso il venditore ambulante di turno giunto in piazza. Quel giorno aveva avuto un ordine perentorio e severo, addirittura dallo stesso Podestà, che lo invitava a diffondere la sua ordinanza per tutto il paese. Ordinanza suscitatagli dalle continue rimostranze del parroco.

A dire il vero, il Podestà stanco di udire le solite lagnanze dell'arciprete, si era deciso finalmente ad emanare l’ordinanza che gli avrebbe forse fatto risparmiare le spese per la imminente festa nuziale della figliola, che si sarebbe tenuta solennemente nella Parrocchiale di lì a qualche settimana. Ma il severo divieto contenuto nell’ordinanza avrebbe pure preservato dalle critiche il furbo podestà, che ci teneva a far bella figura davanti ad alcuni deputati invitati per l’attesa cerimonia nuziale e voleva che tutto fosse in perfetto ordine in paese, e soprattutto, tutto lindo e profumato davanti al sagrato della chiesa perché lì si sarebbe scattata la fotografia.

Davanti a quel sagrato vi era un pesante cancello in ferro battuto che molti cristiani che frequentavano le novene serali, sopratutto durante il panegirico, prendevano di mira per le loro scostumate lordure. Finalmente un bel giorno il bando pose fine allo scempio. Il banditore, con inaudita severità, forse sentendosi investito della responsabilità del divieto, prese a gridare forte come non mai:

Guai a chi all’ordinanza du podestà disubbidisce
E venisse truvate ancora ch’ nnanz’ a chiese pisce
Picchè u cancille puzze truppe e pu s’arregginisce
Tutte avvisate: chi disubbidisce na galere finisce.


(Il figlio del fornaio)





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