Terremoti e culto della personalità nelle lapidi della chiesa di Toro/ 3
Data: Tuesday, 03 March 2015 @ 11:00:00
Argomento: Monumenti


Terza puntata. La lapide della scalinata (1885). Come abbiamo visto, i sacrifici di una popolazione povera e stremata da lutti e distruzioni, avevano portato nell'autunno del 1828 a ricostruire la chiesa parrocchiale crollata il 26 luglio 1805. C'era voluto un interminabile quarto di secolo perché il rustico dell'edificio, dall'alto dell'imponente struttura progettata e realizzata dal muratore Francesco Fagnani, tornasse a dominare il paese e in particolare il sottostante sagrato. Ma la mancanza di una scalinata di accesso, costringeva i fedeli ad arrampicarsi come capre sullo sperone di roccia. Con inconvenienti di ogni tipo.



Così, grosso modo, doveva apparire la facciata della Chiesa di Toro, portata a termine dal Fagnani nel 1828
(Dettaglio di una foto di incerta datazione, comunque a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento)



Solo nella seduta del 28 luglio 1839, a undici anni dal completamento della costruzione, il Decurionato (Consiglio Comunale), considerò indispensabile la realizzazione di una gradinata, appunto perché risultava particolarmente difficile appressarsi alla chiesa, soprattutto quando lo spazio d'accesso era coperto dal gelo, e anche perché la mancanza di una gradinata rendeva deforme l'aspetto esteriore dell'edificio, che appariva malamente in equilibrio sul rialzo di tufo.

I lavori, appaltati da Angelo Grano per 99 ducati, furono realizzati e la gradinata (non quella attuale si badi bene) fu consegnata al Comune il 9 maggio 1840. Era estremamente semplice ma di dubbia funzionalità con i suoi 17 gradini sovrapposti, lunghi circa quindici metri e larghi 33 centimetri. Alla sommità c'era un piano di accesso alle tre porte, largo appena un metro e mezzo. In sostanza, la gradinata costituiva un informe e pericoloso ammasso di pietra, privo di ogni bellezza estetica, che occupava la gran parte del sagrato. Fin dal primo apparire si cercò di riconsiderarla e sostituirla.

Ma dovettero passare molti anni, quasi mezzo secolo, perché il desiderio si avverasse. Nel 1885, malandata e tutta in frantumi la pericolosa gradinata fu sostituita da quella attuale, pure in pietra, con due rampe che conducono a semicerchio al piazzale di accesso, anch'esso a pianta semicircolare, ingentilito e riparato da una bella balaustra.



Facciata e gradinata della Chiesa di Toro (Foto Mercurio Iacobucci, Marzo 1997)
già in copertina del volume
La chiesa del Santissimo Salvatore a Toro


Sul prospetto della massiccia struttura, è murata la seguente iscrizione:

A.D. MDCCCLXXXV
MEMORE CHE OGNI BENEFICIO È DALL'ALTO
IL COMUNE DI TORO
AVUTI MEZZI E BALIA
PRIMA DI OGNI ALTRA OPERA EDILIZIA
EBBE L'ANIMO AL TEMPIO
RIFACENDONE IN PIÙ DEGNA FORMA
LA GRADINATA ESTERIORE.

Una iscrizione dignitosa che non concede omaggi personalistici a nessuno. Tanto meno al sindaco, che era la stessa persona che aveva dettato il testo e che noi, per il momento, lasciamo anonimo per rispettarne la bella discrezione. A promotore e finanziatore dell'opera non indicò se stesso e neppure l'amministrazione comunale da lui presieduta, ma il Comune che in sé assomma un concetto più bello e più ampio, includendo gli amministratori e ognuno degli abitanti e tutti i beni e il territorio di appartenenza. Era il Comune, che si professava grato e riconoscente al Creatore, dispensatore di beni, nel momento in cui aveva deciso di abbellire e rendere più comodo l'accesso al suo tempio.

Alla sommità della lapide, trovò giusta collocazione lo stemma comunale, il quale nel secondo dopoguerra è sparito senza che nessuno ne sapesse più niente.

In tempi più vicini a noi, nel corso del grandioso restauro radicale, esterno e interno, che ha interessato la nostra chiesa nel corso degli anni Novanta del secolo scorso, è andata disgraziatamente distrutta la lapide del 1885, che nonostante i 112 anni di vita si presentava in condizioni eccellenti. Poco male. O almeno questa era la speranza di tutti, nel vederla immediatamente sostituita con una copia. Nell'occasione, è stato commissionato allo scultore Renato Chiocchio di Oratino un nuovo stemma, con il quale si è venuto a colmare il vuoto lasciato da mezzo secolo dallo stemma scomparso. Stemma e lapide hanno così accolto degnamente i fedeli e i visitatori in occasione della riapertura della chiesa al culto la domenica delle Palme del 1997.



Toro, Lapide e stemma comunale sul prospetto della scalinata della chiesa come appaiono oggi
Da notare la caduta generale del piombo dei caratteri a distanza di poco tempo dalla posa in opera




Renato Chiocchio, Stemma di Toro (1997)



Ma non tutto è filato liscio, anzi. Non sappiamo se per distrazione del lapicida o di altri, la nuova lapide è stata risistemata sul prospetto della gradinata con un evidente errore di trascrizione. Anziché "Memore", cioè grato, riconoscente, era stato inciso "Memoria", che nel contesto non significava proprio niente. La pronta segnalazione, ha permesso agli incaricati di rimediare alla meno peggio. Purtroppo la correzione si vede, eccome. Soprattutto a seguito della caduta, pressoché generale e repentina, del piombo che rendeva leggibile tutta l'iscrizione, e che da anni attende di essere ripristinato, essendo passata invano anche l'ottima occasione della riapertura della chiesa nel 2013, dopo undici anni di chiusura forzata imposta dal terremoto del 2002.

In ogni modo, meglio una evidente correzione anziché lasciare in piedi un errore ancora più evidente in questa nuova lapide, che nata male continua a dare una brutta immagine di sé e dei lavori che si fanno al giorno d'oggi. A discapito, si capisce, degli amministratori del Comune, che prendendo esempio dai loro colleghi e antenati del 1885, dovrebbero dare migliore dimostrazione di avere "l'animo al tempio", e al decoro cittadino.



Toro, Lapide della scalinata della chiesa madre, dettaglio dell'errore e del generale degrado



(Cfr. Giovanni Mascia, La chiesa del Santissimo Salvatore a Toro, Edizioni Lampo, Campobasso 1997)

(Continua)
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Puntate precedenti

- Clicca e leggi la prima puntata: "Il cartiglio collegato al terremoto del 1688"
- Clicca e leggi la seconda puntata: "La lapide del portale che ricorda il terremoto del 26 luglio 1805"





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