Notizie sugli apostoli di Toro nella Settimana Santa a Campobasso
Data: Thursday, 24 March 2016 @ 12:41:39
Argomento: Tradizioni e feste


Nel volume di Vincenzo Lombardi, La settimana santa a Campobasso, edito in questi giorni dalla AGR, sono riportate notizie circostanziate sulla tradizione degli Apostoli a Toro. Grazie alla disponibilità dell'autore, siamo lieti di riportare quelle notizie che, come si legge nel volume sono state "fornite da Anna Maria Francalancia (Toro, 15 ottobre 1929 - 20 dicembre 2015) e da Natalina Ferrazzano (Toro, 25 dicembre 1931, vivente); le interviste sono state raccolte da Carmela Timperio di Toro il 7 e 8 aprile 2014".





Scrive dunque Vincenzo Lombardi (pp. 122-123), a proposito delle tradizioni popolari relative al Giovedì e al Venerdì Santo: :

Solo ad esempio, delle molteplici e diffuse pratiche molisane di teatro sacro popolare, riporto una testimonianza relativa a quanto avviene, ancora oggi, nel comune di Toro, in provincia di Campobasso (1), dove è sempre vivo e vitale il rito della processione notturna degli apostoli:

    Dai primi anni del secolo scorso, era usanza a Toro che la famiglia Pietrantuono offriva, nella propria abitazione, la cena agli apostoli la sera del Giovedì santo dopo la conclusione della celebrazione liturgica In Coena Domini. Da alcuni anni, dopo la S. Messa gli apostoli si riuniscono nel refettorio del locale Convento di S. Maria di Loreto retto dai frati minori dove alcune persone offrono a proprie spese la Cena agli Apostoli. La Cena, praticata ancora oggi, prevede le seguenti portate: antipasto (prosciutto, mozzarella, olive), borragine in pastella (tipo di verdura di campo dal sapore amaro che ricorda il vino misto a mirra dato a Gesù sulla croce), pasta asciutta, arrosto di vitello, agnello al forno con contorno di insalata, frutta di stagione e dolce.

    Fino agli anni Novanta del Novecento, il dolce, chiamato Piccillato, veniva offerto dalla famiglia Cercio, successivamente la Pro-Loco si è presa l’incarico di provvedere a sue spese. Oggi, come in passato, la cena viene servita da due fedeli maschi, diversi da coloro che la offrono (le donne sono deputate alla preparazione del pasto). Le stesse persone assistono gli apostoli durante i riti del Giovedì e del Venerdì (vestizione e svestizione); gli stessi distribuiscono, ma non preparano e pagano, il Piccillato durante la svestizione degli apostoli al termine della processione del Venerdì santo (2).

    Il Giovedì santo, dopo la Cena, gli apostoli si recano in processione, seguiti da un bel numero di fedeli, presso le chiese del paese per l’adorazione del S.S. Sacramento (Convento di S. Maria di Loreto, Chiesa di S.S. Salvatore e Chiesetta di San Rocco); dopo il giro delle chiese si prosegue in processione fino al cimitero. Fino al mattino seguente, gli apostoli pregando si recano presso le varie edicole votive sparse nei dintorni del paese.

    Verso mezzogiorno del Venerdì santo si ritrovano presso una casa privata (famiglia Colledanchise) che offre loro una ricca colazione. La tradizione prevedeva che gli apostoli chiudessero i riti avviati Giovedì sera con un pasto rituale il Venerdì a pranzo; infatti la famiglia Iosue provvedeva al pranzo a base di pietanze di magro, in sintesi riproponeva il famoso convito di San Giuseppe (fagioli, pasta con acciughe, baccalà origanato, pasta con la mollica, frutta e dolce). Oggi il suddetto pranzo è stato sostituito dalla colazione offerta dalla famiglia Colledanchise. Dopo il pranzo, gli apostoli tornano alle proprie case per riunirsi la sera verso le 20.00 per partecipare alla processione del Cristo morto.

    A Toro la processione del Venerdì santo, fino alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, si teneva la mattina del venerdì, le ragazzine che prendevano parte alla processione, di buon mattino, si recavano da una donna, Maria Giuseppa Caruso (detta Cinocca, nata a Toro 9 agosto 1891 e morta il 1 agosto 1975), depositaria di alcune statue di santi (Madonna del Monte Carmelo, Ecce Homo e un Bambinello che dopo l’Epifania veniva portato in pellegrinaggio presso le famiglie del paese che lo richiedevano, per poi tornare nella sua dimora dopo la Candelora, 2 febbraio, le suddette statue sono passate alla chiesa madre dopo la sua morte), incaricata di distribuire dei fazzoletti neri che le fanciulle portavano sulla testa durante la processione e in mano portavano una candela accesa (3).


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    Note

    1) In questo lavoro si è scelto di considerare solo alcuni usi e le maggiori pratiche rituali musicali quaresimali di Campobasso, ma solo come esempio, oltre alla pratica tradizionale ancora in vita presso il comune di Toro, di cui qui si riporta testimonianza, si segnala la narrazione dei riti dell'intera Settimana santa a Santa Croce di Magliano alla fine del secolo XIX che propone Raffaele Capriglione (2015).

    2) A fine processione del Venerdì santo, agli Apostoli è offerto per devozione, da parte dei fedeli che li assistono durante i riti (gli stessi per molto tempo) il tipico Piccillato, dolce a forma di ciambella e a base di uova, farina, patate, lievito di birra, scorza di limone grattugiata, strutto.

    3) Notizie fornite da Anna Maria Francalancia (Toro, 15 ottobre 1929 - 20 dicembre 2015) e da Natalina Ferrazzano (Toro, 25 dicembre 1931, vivente); le interviste sono state raccolte da Carmela Timperio di Toro il 7 e 8 aprile 2014.






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