Un cumulo di errori e orrori la scheda di Toro su Wikipedia
Data: Saturday, 28 January 2017 @ 23:00:00
Argomento: Cultura


La dimostrazione lampante di come "Wikipedia" (L'enciclopedia libera in rete) vada presa con le molle e non per oro colato è la scheda sul nostro paese (https://it.wikipedia.org/wiki/Toro_(Italia), visionato il 28 gennaio 2017, ore 23.30). In modo particolare i due striminziti paragrafi dedicati alla storia e ai monumenti di Toro sono un cumulo di errori ed orrori che non tornano ad onore del sito.




Com'è noto, alla redazione delle singole voci di Wikipedia possono concorrere tutti.Sarà democratico, ma di sicuro è un sistema pericoloso, se ha permesso a un misterioso esperto di storia torese (si fa per dire) di redigere un testo pieno zeppo di approssimazioni, evidenziate in giallo, e di abbagli, evidenziati in rosso. Ma andiamo con ordine, limitandoci a qualche osservazione elementare.

Primo paragrafo: il borgo fu fondato dai Longobardi nel X secolo. Secondo paragrafo: si suppone anche un origine sannita del feudo [n.d.r. quindi almeno mille anni prima]. E sarebbe interessante, primo,.capire come sia possibile ipotizzare una doppia nascita per il nostro paese e, secondo, cadere nell'anacronismo di accostare la parola feudo ai Sanniti

Restando alla presunta origine longobarda, la prova sarebbe data da "una torretta posta sullo sperone roccioso che sovrasta Toro". Probabilmente con "una torretta" si allude al campanile, che più sotto fa il salto di qualità e da torretta, diventa "Torre longobarda. Ha pianta quadrata e poggia sopra un grande bastione del vecchio castello. È in muratura di pietra di montagna". (Sì, pietra di montagna, ma non chiedeteci che cosa significhi). Più sotto ancora: "Il campanile è a torre medievale che poggia su uno sperone roccioso a strapiombo" . Insomma, in una ventina di righe si torna ripetutamente su questo manufatto, definito volta per volta torretta, torre longobarda, torre medievale, campanile, dando l'impressione di trovarci davanti a una fissazione bella e buona. A parte il fatto che lo sperone roccioso non sovrasta Toro, almeno non quella parte di abitato che si estende a monte, lungo Viale San Francesco e oltre.

Secondo paragrafo, il sedicente catino sannita di sicuro non è usato come acquasantiera, ma come fonte battesimale, che è cosa diversa come ognuno può capire bene.

Terzo paragrafo: Badia di Benevento non significa molto nella sua genericità. Sarebbe come scrivere Convento di Campobasso (quale dei quattro maschili per non parlare di quelli delle suore?) o Basilica di Roma (quale delle innumerevoli?). Il nome preciso del monastero beneventano è Badia di Santa Sofia

Quarto paragrafo: nel 1817 Domenico Trotta non si è potuto impegnare insieme al figlio Luigi (che in realtà si chiamava Luigi Alberto), per il fatto che il figlio sarebbe nato solo una ventina d'anni dopo: nel 1835, e non avrebbe mai insegnato.

Il padre, invece, Domenico Trotta, aprì una scuola sì, ma non lo fece certo "per la scolarizzazione e l'educazione nel centro dei minori". Infatti, alla sua scuola, di livello liceale, si badi bene, accorsero - a pagamento si capisce - i rampolli della borghesia molisana e dalle province limitrofe.

Quanto alla Chiesa del Santissimo Salvatore, è vero che "La chiesa medievale fu ricostruita in forme barocche", ma sarebbe stato giusto spiegare anche quando e perché questo avvenne, visto che quella medievale crollò con tutto il paese a causa del terremoto del 26 luglio 1805 (274 morti, altro che il terremoto del 2002 citato) e che per ricostruire il solo rustico occorsero circa 25 anni.

Che la chiesa sia poi a navata unica, se lo sarà sognato l'improvvisato redattore, che evidentemente non sa cosa sia una navata e, se lo sa, non è mai entrato nella chiesa di Toro, che di navate ne ha tre. E sempre in sogno sarà rimasto colpito da un pulpito, che rientra tra le cose meno pregevoli che la stessa chiesa può vantare. Misteri di Wikipedia, verrebbe di esclamare. Le cui pagine possono pure essere redatte da chiunque. E va bene. Ma quel chiunque dovrebbe saper contare almeno fino a tre e non confondere un fonte battesimale con un'acquasantiera.





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