Toro. San Mercurio 1834. A suonare fu la banda di Morrone?
Data: Wednesday, 26 August 2020 @ 00:00:00 Argomento: Tradizioni e feste
Una notizia relativa alla festa di San Mercurio di quasi 200 anni fa, quando per la solennità del 26 agosto 1834 fu proposto che a suonare a Toro fosse la Banda di Morrone, paese che in seguito avrebbe completato il nome con la dicitura "del Sannio". La notizia riveste qualche interesse, viste le scarse informazioni sulle bande molisane operanti all’epoca.
Processione di San Mercurio in Piazza del Piano. Anni Trenta del Novecento
Non sappiamo se effettivamente il contratto fu stilato e andò in porto e se la popolazione rimase contenta né, a sua volta, se la banda rimase contenta del trattamento ricevuto sotto il nostro glorioso campanaro, che all’epoca non era stato ancora completamente ricostruito dopo il crollo del terremoto del 26 luglio 1805.
Sappiamo che a raccomandare la banda di Morrone fu un morronese di spicco, don Luigi Fasani, del quale, Luigi Alberto Trotta ci ha lasciato questo, lapidario ritratto:
“Un medico e notaio, che univa ad una fina esperienza delle persone e delle cose, una serenità di animo ed una rettitudine cristiana incomparabile. Si chiamava Luigi e visse ottantotto anni prosperoso e rubizzo fino al primo giorno del gennaio 1854” (Della vita e delle opere di Domenico Trotta e dei suoi tempi, Modena 1879, p. 70).
Sappiamo inoltre che la raccomandazione fu indirizzata a un torese di spicco, don Domenico Trotta, avvocato e insegnante nella sua scuola privata a livello liceale, futuro sindaco del paese e deputato al Parlamento napoletano del 1848 nonché Intendente di Molise nell’estate 1860, quella turbolenta che tenne dietro alla spedizione garibaldina dei Mille.
Il Fasani scriveva al Trotta con largo anticipo rispetto alla festa da onorare. La lettera datata Morrone, 14 marzo 1834, è conservata a Toro, nel palazzo di famiglia, nell’epistolario di Domenico Trotta. “Figlio caro, questa banda bramerebbe sonare nella futura festività di San Mercurio. Si spedisce perciò il latore per avere la certezza. Io dunque ve la raccomando, e mi auguro che rimanga contenta”.
Non stupisca il “figlio caro”. Luigi Fasani, infatti, era il suocero di Domenico Trotta, che nel novembre 1813 aveva preso in moglie la figlia di don Luigi, Annamaria Fasani, mentre un’altra figlia, Teresa, si maritò anch’essa a Toro, con il ricchissimo possidente, Alessandro Magno. Per completezza di parentela, si aggiunga che Luigi Alberto Trotta era il figlio di Domenico e quindi nipote di don Luigi, del quale ripeteva il nome.
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