Quella volta che la Befana non fu ingiusta
Data: Friday, 04 January 2008 @ 18:03:38
Argomento: Poesie e racconti


Nel nostro lieto servizio per conservare la memoria storica delle tradizioni popolari del paese, pubblichiamo un altro racconto del Figlio del fornaio. Come gli altri, è ambientato sul finire degli Anni Cinquanta, quando il boom economico non si era ancora avuto e i bambini del nostro paese erano quasi tutti poveri e alcuni di loro davvero molto poveri.



Nel Vangelo è scritto che i Re Magi partirono da paesi lontani per portare i loro doni a Gesù: oro, incenso e mirra. Una leggenda aggiunge che i Re Magi attraversarono molti paesi seguendo una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per unirsi a loro. Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo voleva andare, ma all’ultimo momento cambiò idea. Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani. Per questo motivo la vecchia non vide Gesù Bambino. Da allora, nella notte fra il cinque e il sei gennaio, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non riuscì a portare a Gesù.

Da bambino, pur essendo molto buono, venivo puntualmente deluso dalla Befana. Attendevo con ansia il suo arrivo, insieme ai miei fratelli, ma la vecchietta con noi era molto parsimoniosa. Appena svegli, raggiungevamo il camino dove trovavamo i soliti quattro pepatelli, un torroncino e due caramelle dentro una consunta calza di lana nera appesa alla catena. Quel misero dono era da dividere per tre.

Mai un giocattolo come quelli che, invece, i nostri benestanti ma antipatici vicini esibivano con spavalderia. Gridavano in strada euforici: - Vedete che bei giocattoli ci ha portato la Befana! E così mortificavano la maggior parte dei bambini poveri del vicolo, buoni quanto noi, ma trascurati dalla Befana.

La delusione, unita alla meraviglia, mi portò ad avere poca fede in questa vecchia iniqua, dispensatrice di doni solo alle famiglie benestanti e, tra l’altro, poco informata sulle reali qualità di noi ragazzi del vicolo. Mi chiedevo con rabbia perché dispensasse ogni anno bei giocattoli solo ai due figli del segretario comunale, notoriamente attaccabrighe, lasciando la maggior parte di noi ragazzi poveri ma buoni, senza mai la gioia di contemplare fra le mani un piccolissimo semplice giocattolo.

Un anno finalmente successe una cosa imprevedibile. Noi ragazzi del vicolo trovammo nel camino giocattoli stupendi con i quali passammo mesi interi a giocare. I giocattoli dei due fratelli, invece, si ruppero quasi subito, a causa della delicatezza degli ingranaggi. Avremmo voluto aggiungere qualche dispetto nei loro confronti, ma non potemmo farlo, perché ci fu riferito in segreto che quell’anno la Befana era stata esortata dalla Madre Superiora ad essere magnanima con tutti i bambini, ricchi e meno ricchi, buoni e meno buoni.





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