Le pagliarole
Data: Sunday, 29 June 2008 @ 22:59:24 Argomento: Poesie e racconti
Anni addietro si verificò a Toro un incendio che si sviluppò improvvisamente e con
grande intensità nella zona delle “Pagliarole”. Ancora oggi ricordo con trepidazione
quell’evento.
Rovi e sterpaglie veicolarono il fuoco con sorprendente rapidità, danneggiando così
tutti quei vecchi fabbricati adibiti per lo più al ricovero di paglia, fieno, fasci
di sterpi e legna da ardere e facendo temere fortemente per le abitazioni vicine
all’area interessata dall’incendio, nonché per l’incolumità fisica delle persone tra
le quali, come è comprensibile, ben presto si diffuse il panico.
Si pensò in un primo momento ad un incendio doloso, solo più tardi fu acclarato che
si era trattato di un semplice incidente.
Quel giorno il responsabile dell’accaduto, aiutato da un famigliare, aveva ripulito
la sua vecchia “pagliarola” portando fuori tutto il materiale di scarto per farne,
proprio lì davanti, un grande falò. Evidentemente non riuscì più a controllare il
fuoco, così scoppiò l’incendio. Ed è rimasta proverbiale la frase: “‘A penziòne paghe
a tútte se ce scappe u fúche!”, che il vecchietto con fare spavaldo e per certi versi
irresponsabile, rivolse al famigliare ormai nel panico, per rassicurarlo, dopo che le
fiamme incominciarono a propagarsi velocemente e pericolosamente intorno a loro.
Dopo una giornata convulsa ed estenuante, l’efficace e sempre risolutivo intervento
dei vigili del fuoco, consentì in quell’occasione di scongiurare un concreto pericolo
di disastro con il coinvolgimento di una più estesa area di rischio, ripristinando
calma e ordine pubblico.
I proprietari delle vecchie abitazioni colpite e quasi tutte interamente distrutte
dalle fiamme, per loro sfortuna non furono mai risarciti del danno subito. E
nonostante avessero proceduto per vie legali, a nulla valsero le loro giuste
rivendicazioni: quell’incauto vecchietto fu ritenuto, infatti, impossibilitato a
pagare tutti quei debiti a causa degli scarsi mezzi finanziari di cui disponeva,
rappresentati unicamente dalla casa di proprietà in cui viveva e dalla sua pensione
di vecchiaia, entrambi insufficienti per far fronte alle sue gravi
responsabilità.
La scorsa stagione estiva è stata teatro di incendi di proporzioni spaventose.
Pubblico questo limerick augurandomi che possa servire da monito a che non si
verifichi più, inavvertitamente o dolosamente, questo genere di disastri che, oltre a
distruggere il nostro già deficitario patrimonio boschivo provocando così un enorme
danno ecologico ed ambientale, può essere causa di una più grande catastrofe umana.
Saluto vivamente la Redazione e tutti i vacanzieri, augurando loro belle
giornate.
E a chi resta a casa … saluti doppi!
Musa pensosa
I Pagliaròle
Quillu vicchie appecciatte i Pagliaròle
e cu fúche i scapparne ‘lli paròle:
- Mo’ fanne ‘a lampe i múre
ch’i céppe e n’haie paúre,
sta ‘a penzióne che paghe i Pagliaròle!
LE "PAGLIAROLE". Quel vecchio [senza volerlo] incendiò le
"Pagliarole" / e insieme al fuoco [che gli era scappato di mano], gli
scapparono [di bocca] quelle parole: / - Adesso sono in fiamme i muri / con [tutti] i
fasci di “ceppe” [sterpi] e io non ho paura [non mi faccio prendere dal panico], /
c’è la pensione che ripaga [del danno subito i proprietari delle] le
"Pagliarole"!
musapensosa
|
|