Burle e rivalità campanilistiche: a Monacilioni le raccontano così
Data: Monday, 06 October 2008 @ 14:14:19
Argomento: Poesie e racconti


Il Figlio del Fornaio ci ha mandato due anneddoti, raccontati dalla prof. Enza Santoro a Monacilioni lo scorso 2 agosto 2008, in occasione del "Cammina Molise".
Il primo aneddoto è riferito alla fondazione del paese (a seguito della distruzione di Catello, da parte dei toresi). Il secondo illustra la cosiddetta
pazzia di un monacilonaro, che voleva farla in barba ai toresi, e invece....


Monacilioni è sorto intorno al XII secolo, scrive il Masciotta nella sua opera “ Il Molise dalle origini ai nostri giorni”, intorno ad una chiesetta benedettina intitolata a “Sancti Monachi Leonis”. Lo stemma del Comune, invece, riporta un frate e un leone scolpiti.

A Monacilioni è diffusa una leggenda sulla fondazione del paese. Secondo tale leggenda, gli abitanti di Catello, un villaggio la cui documentazione archeologica è ancora da scoprire, si sarebbero dispersi in seguito all’incendio provocato dagli abitanti di Toro per difendere le proprie donne, troppo desiderate dai catellesi. Una parte della popolazione di Catello si sarebbe fermata a Petra, la piccola comunità collocata sullo spuntone di una roccia, che avrebbe poi preso il nome di Pietracatella, ed una altra parte, accompagnata dal Monaco e dal leone, si sarebbe rifugiata su un cucuzzolo ricco di un’acqua fresca e preziosa ed avrebbe costituito il primo nucleo abitativo di Monacilioni.

Dal 1752 il piccolo borgo è sotto la protezione di S.Benedetta Martire le cui spoglie mortali sono molto venerate dai monacilionesi.

E’ noto che in passato tra Toro e i paesi limitrofi , Campodipietra e San Giovanni in Galdo, vi fosse accesa rivalità, mentre con Monacilioni vi era buona amicizia, ma anche una viva goliardia che induceva i giovani a fare scherzi esagerati fino alla pazzia.

Infatti, ancora oggi gli abitanti di Monacilioni vengono definiti pazzi.



Si racconta che un monacilionese, che faceva di mestiere il fornaio, partecipò ad una festa che si teneva a Toro e pensò bene di rubare di nascosto gli ultimi colpi della batteria dei fuochi artificiali preparati per l’occasione, eliminando così il botto finale che siglava il valore della festa. Pensava di riservarli alla festa della amata Santa Benedetta a Monacilioni.

Purtroppo, nel ritornare verso il suo paese venne a piovere e i colpi si bagnarono. Lo sprovveduto pensò di farli asciugare sistemandoli nel suo forno, il cui calore fece scoppiare le bombe e naturalmente anche il forno. Un vero matto che da burlone divenne burlato.

Il figlio del fornaio





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