Il gonfalone di Toro nella bassa padana, a Monselice
Data: Monday, 17 November 2008 @ 09:35:47
Argomento: Riceviamo e pubblichiamo


A distanza di sei anni dal terremoto che tanti guasti ha causato nel nostro paese, Vincenzo Colledanchise ci ha mandato un omaggio alla Pretezione Civile, in particolare ai volontari di Monselice, che furono molto attivi a Toro, in quei drammatici giorni.
Lo pubblichiamo volentieri, con sensi di gratitudine verso quanti lasciarono le loro case per venire in mezzo a noi, a confortarci con la loro simpatica presenza, la grande abngazione e capacità organizzativa.




A Toro, il terremoto nella mattinata del 31ottobre 2002 non aveva provocato alcun danno. Fu solo all’indomani, verso le 16.30, che si sentì forte e prolungato il sisma che indusse la popolazione a precipitarsi in strada per lo spavento.

I danni furono rilevanti e riguardarono, come al solito, i maggiori e più importanti edifici urbani: la Chiesa parrocchiale e in parte il convento, il municipio, la scuola, e molte case private.

Allo sbigottimento e caos iniziale, seguì pian piano l’organizzazione programmata ed efficiente delle strutture della Protezione Civile.

Nel paese furono molto attive quelle provenienti dalla Regione Veneto.
La simpatia della popolazione portò i volontari della Protezione Civile di Monselice a stringere veri e propri legami di amicizia che tuttora si coltivano.

Furono in seguito programmate visite turistiche in paese da parte degli abitanti di Monselice. Fino al punto che fu naturale restituire la visita, ma, soprattutto, manifestare gratitudine a quei volontari che tanto si erano prodigati durante la fase post-terremoto a Toro.

Perciò, sollecitati dal Comune di Toro, partimmo alla volta del Nord noleggiando un pulmino. Nel mezzo erano riposti vari cartoni di prodotti eno-gastronomici molisani unitamente a qualche reperto della civiltà contadina, centinaia di depliant turistici del Molise ma, soprattutto, faceva gran mostra di se il gonfalone del Comune.

Giunti a Monselice, ospitati con tutti gli onori in un grande albergo locale, issammo nel pomeriggio di domenica, il nostro gonfalone nella grande piazza della ridente cittadina, e, intorno al vessillo, adagiammo su dei tavoli i nostri prodotti tipici: caciocavalli, soppressate, salsicce, formaggi, mozzarelle, vino, olio, pane casereccio, ecc. che offrimmo con gioia alla popolazione.



Un altoparlante incitava i cittadini a portarsi presso il gazebo del Comune di Toro - Molise per assaggiare i prodotti molisani e ammirare alcuni utensili della civiltà contadina.





Un torese che lavorava nella vicina Ferrara ci aveva raggiunto e non gli sembrava vero poter essere quella domenica presso il vessillo del suo paese a degustare i prodotti della sua terra con gli amici paesani.

Ma, ancora più inverosimile, ci era apparso nella mattinata, l’incontenibile entusiasmo col quale fummo accolti nell’Aula Magna del Castello di Monselice dove parlammo della nostra Toro agli amici di Monselice e a centinaia di volontari della Protezione Civile del Veneto. Ringraziammo tutti loro per l’accoglienza riservateci, e soprattutto, per i loro notevoli sforzi per averci risollevati nelle angustie seguite al terremoto, in modo particolare per aver consentito il proseguo delle attività scolastiche ai bimbi toresi, mediante l’ausilio di valide ed idonee strutture messe loro a disposizione.

A dire il vero, mentre era assiepata tanta gente nel castello per sentirci parlare di Toro, piccolo Comune molisano beneficiato dai soccorsi dei Volontari veneti, noi relatori eravamo intenti ad ammirare le bellissime mostre di armi antiche presenti nel castello al seguito di un gruppo di turisti milanesi.

Giunti nella sala delle armature medievali una voce affannata gridava dove fossero i signori di Toro che la folla assiepata nell’ aula magna attendeva sentire parlare. Neanche il tempo di precipitarci confusi ed emozionati nell’aula magna che uno scroscio di applausi ci fu indirizzato quasi a perdonare il nostro ritardo mentre il Sindaco ci passava un microfono affinché parlassimo di uno sperduto paesino meridionale nella bassa padana.

Un applauso ancora più forte ci fu indirizzato allorquando esponemmo all’ attento uditorio la realtà socio-economica della nostra terra, foriera di angustie che flagellano comunque tutto il martoriato Sud, per le notorie carenze infrastrutturali e industriali, informando loro che il terremoto per Toro era assiduo e ciclico tormento, fino al punto di averlo annientato col sisma devastante del 1805.

Sicuramente avevamo strappato qualche applauso e un pizzico di comprensione e solidarietà anche a qualche incallito leghista perché fummo stretti da manifestazioni di vera, autentica amicizia, da parte di tutti i presenti.

Vincenzo Colledanchise




Foto V. Colledanchise



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