Quando padre Giacinto mise in riga Sgarbi
Data: Wednesday, 11 April 2007 @ 15:55:35
Argomento: Curiosità


Le foto d'epoca con l'aura dei bei tempi che furono potrebbero ingenerare la credenza che episodi divertenti siano successi a Toro solo in illo tempore. Niente di più falso. Ne accadono sempre. Gustosissima la lettura di ciò che accadde a Vittorio Sgarbi una decina d’anni addietro.





Il famoso critico d’arte e uomo politico fu traghettato nel nostro paese da una sua conoscente, mezzo romana, mezzo molisana, per visitare una casa patrizia, con suppellettili, opere d’arte, cimeli, biblioteca… Ma – primo affronto – dell’incaricato con le chiavi non fu rintracciata neppure l’ombra. I maligni, che secondo il luciferino Andreotti fanno peccato ma ci azzeccano, sostengono che non si trovò perché in tal senso aveva disposto il padrone da Roma. Sempre secondo i maligni, costui, dopo aver perduto i buoi, cercava di salvare ciò che restava del patrimonio avito lasciando serrate le porte in faccia a tutti. Anche a Sgarbi, allora presidente della Commissione Cultura della Camera.

Per dare comunque un senso alla trasferta, Sgarbi volle dare uno sguardo alla chiesa attigua, a quell’ora deserta e immersa nella penombra del tardo pomeriggio invernale. Per fortuna, in sagrestia c’era il parroco, impelagato nella registrazione di un atto di battesimo. Al “Che volete?” più o meno distratto, Sgarbi rispose presentandosi. Ma contrariamente alle sue aspettative, il nome non fu sufficiente.
- Sì, ma che volete? - replicò padre Giacinto a testa bassa, continuando tranquillamente a redigere il suo documento.

Raccontano i presenti che a Vittorio Sgarbi, ferito nel suo amor proprio, non rimase che prendere, incartare e portare a Roma la totale indifferenza di un frate molisano nei confronti dell’uomo celebre che riteneva di essere ed era.

Giovanni Mascia





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