Molise-Brasile, viaggio senza ritorno. Convegno e mostra sull'emigrazione
Data: Thursday, 30 July 2009 @ 15:28:04
Argomento: Cultura


Convegno per pochi intimi. Aria di disinteresse. E ciò nonostante il battage pubblicitario del Toquinho Toro Festival, il richiamo del nome famoso e un paese, come il nostro, fortemente caratterizzato da cicliche ondate migratorie verso le Americhe, tra Fine Ottocento e inizio Novecento; verso il Venezuela e Canada, nel Secondo dopoguerra; e verso il Nord Italia e la Germania negli anni Sessanta del Novecento.



Non sappiamo cosa, ma qualcosa è venuta meno nella realizzazione di un appuntamento preparato da mesi. Sconforta registrare che a Piazza San Mercurio ci siano state non più di una trentina di persone, e quasi tutte addette ai lavori, ad ascoltare le esperienze e le relazioni proposte. In particolare da Fabio Porta, deputato al parlamento italiano, eletto nella Circoscrizione America Meridionale, da Ariovaldo Hauck da Silva, vicesindaco di Itatiba, la città brasiliana gemellata con Toro, la cui popolazione di 100 mila abitanti è all'80 per cento di origine italiana (e molisana), e da Norberto Lombardi, uno dei massimi studiosi italiani dell'emigrazione italiana nel mondo. Certo è che la cittadinanza di Toro è risultata assente. Per non parlare dei forestieri.



Dispiace, perché ancora una volta gli assenti hanno avuto torto. Torto per non aver condiviso l'esortazione dell'onorevole Porta a guardare al fenomeno emigrazione come a un fenomeno di crescita sociale, così come sì è dimostrata essere stata l'emigrazione italiana nel mondo. Solo nel Brasile si calcola che siano oltre 28 milioni i brasiliani di origine italiana. Torto per non avere appreso dalla viva voce dell'onorevole di aver promosso la presentazione di una legge bipartizan al parlamento italiano per l'introduzione della Storia dell'Emigrazione italiana tra le materie di studio nela scuola dell'obbligo: l'emigrazione da intendere come il più grande avvenimento della nostra storia italiana unitaria.


L'onorevole Fabio La Porta

Gli assenti al convegno torese hanno avuto torto a non onorare il discorso del vicesindaco di Itatiba (tradotto dal vivo e brillantemente da André Bartholomeu), discorso che ha riconosciuto all'emigrazione italiana un grande merito nel progresso sociale, economico e politico del Brasile. Con ripercussioni benefiche anche in Italia. Hauck da Silva ha opportunamente ricordato che la grande ondata migratoria italiana fu la risposta alla crisi di miseria che attanagliava il nostro paese, ma - l'alfabeto cinese insegna - crisi e opportunità si scrivono con lo stesso ideogramma. In altre parole: quella grande crisi si è risolta in una grande opportunità per gli emigrati italiani.


A destra Ariovaldo Hauck da Silva, vicesindaco di Itatiba, assistito da André Bartholeu in veste di traduttore dal brasiliano

Il concetto di grande opportunità insito nella grande migrazione di Fine Ottocento è stato ripreso nella bella lezione che Norberto Lombardi ha tenuto ai pochi volenterosi presenti. Il prof. Lombardi che ha delineato in grandi linee il complesso fenomeno migratorio verso il Brasile si è soffermato ad evidenziarne le implicazioni e gli sviluppi. Grande merito degli emigranti italiani in Brasile e nell'America Meridionale, in genere, è stato quello di essere riusciti a far mediamente fortuna andando a formare quella classe media che nel Sud America era completamente assente: Argentina, Venezuela, Brasile, paesi di grandi ricchezze ammassate nelle mani di pochi ricchi a scapito di una popolazione sterminata condannata alla miseria. Uno schema sociale questo, poco propizio per la democrazia, se non integrato dalla posizione mediana cui hanno ambito con successo gli italiani che un po' alla volta hanno data vita a piccole imprese artigianali e negozi, e successivamente a ditte anche di primaria importanza. E qui Lombardi non ha potuto fare a meno di citare alcuni nomi di molisani affermatisi in Brasile, senza d'altro canto dimenticare le migliaia di vittime, i pionieri che si sono immolati in un territorio inesplorato e non hanno mai più dato notizie di sé a parenti rimasti in Italia. Non per nulla, Lombardi ha parlato di emigrazione misteriosa, su cui molto resta ancora da indagare.


Norberto Lombardi

A cominciare, diciamo noi, dal versante torese. Non si capisce perché in un convegno organizzato a Toro non si sia trovato il modo per sollecitare un intervento sul tema dell'emigrazione torese in Brasile, che ha trovato in Toquinho la punta dell'iceberg, ma sulla cui effettiva portata si ignora quasi tutto. Sarà per un'altra volta...


Dante Gentile Lorusso

Il convegno che è stato condotto da Dante Gentile Lorusso, era stato aperto con i doverosi saluti del Sindaco Angelo Simonelli, padrone di casa.


Angelo Simonelli, Sindaco di Toro

Da parte sua, il direttore della Biblioteca "Pasquale Albino" di Campobasso, il musicologo Vincenzo Lombardi, ha presentato nell'occasione un'eccentrica comunicazione, sui risvolti musicali delle migrazioni italiani del Mondo, che avrebbe meritato più tempo e maggior sviluppo in un ambito più consono.


Vincenzo Lombardi

L'intervento conclusivo è stato di Daniela Di Tommaso che ha presentato la mostra "Italiani del Molise, Italiani del Brasile", a cura dell'Archivio di Stato di Campobasso.


Daniela Di Tommaso

La mostra è stata inaugurata subito dopo nell'Oratorio di Piazza Trotta, con una cerimonia anch'essa in tono minore dato il protrarsi del convegno precedente.




Il vicesindaco di Itatiba, Ariovaldo Hauck da Silva, davanti a un pannello della mostra


Foto S. Nazzario
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