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- Notizia nr.740
- Titolo: "IL COMUNE DI TORO TRUFFA I CITTADINI? - Una polemica sollevata da un articolo della Gazzetta del Molise"
- Tratta dal sito: http://www.toro.molise.it
- Pubblicata on-line il: 24/Jan/2007





Limite di 50 chilometri orari. Lo dice chiaramente un cartello stradale che campeggia sulla strada statale 645 "Fondo Valle del Tappino". O meglio lo diceva, visto che a seguito di quanto sveleremo più avanti il cartello è stato prontamente rimosso.
Ebbene quel segnale è costato una marea di multe ai trasgressori, oltre a una valanga di punti decurtati dalle patenti. Un divieto che ha portato un gruzzolo significativo dritto dritto nelle casse del Comune. Quello di Toro. Che ha affidato ad un autovelox il compito di redarguire gli incauti automobilisti. Siamo al chilometro 10+550 della Fondovalle del Tappino. Il limite di velocità è 80 chilometri all'ora. Ma improvvisamente l'automobilista che percorre la statale vede piombarsi addosso un divieto che gli intima nuove disposizioni.
In quel punto al chilometro 10+550 non si possono superare i 50 chilometri all'ora. L'autovelox impietoso ha inchiodato chiunque sia stato colto in flagrante. Qualcuno però storce il naso. I conti non tornano. Quel cartello piazzato lì non convince l'avvocato Marco Angiolillo, che, tanto per tranquillizzarsi decide di indagare. Prende carta e penna e scrive all'Anas, l'ente deputato a regolare il traffico sull'arteria stradale. L'unico. segnaletica inclusa.
Del limite impresso sul cartello, però, l'Anas dice di non saperne nulla. Un attimo di esitazione è d'obbligo. Come è leggittimo, poi, porsi alcuni interrogativi. Ma se l'Anas è all'oscuro di tutto, chi si è sentito in dovere di regolare la velocità del traffico? Un indizio però c'è.
Le multe sono state elevate dal Comune di Toro. Quante? L'AVVOCATO Angiolillo è pronto a giurare che sono centinaia.

Avvocato, perché le è venuto il dubbio su quel segnale?
Mi è capitato più volte di percorrere quella strada. Mi è sembrato strano però che su un rettilineo all'improvviso sbucasse un limite di 50 chilometri orari mentre di norma è fissato in 80. E mi sono, diciamo così, incuriosito.

Cosa ha fatto?
Ho inviato una comunicazione all'Anas per sapere se effettivamente su quel tratto di strada fosse stato disposto il limite indicato dal cartello.

E l'Anas cosa le ha risposto?
Che non risulta emessa nessuna ordinanza. Eppure quel segnale è lì da diversi anni. Come diverse sono le multe elevate ai presunti trasgressori.

Allora? Chi ha piazzato il cartello?
Questo non lo so. Preferisco non avventurarmi in congetture ardite. So solo che il Comune di Toro ha elevato centinaia di multe proprio in quel punto, a chi non rispettava il limite.Una cosa è certa: tantissime persone hanno sborsato per non aver rispettato un obbligo a questo punto inesistente. Soldi che sono finite nelle casse comunali.

Ora però il segnale è stato rimosso.
Si. Il limite adesso è di 80 chilometri orari.

Quindi?
Beh, la comunicazione dell'Anas è inequivocabile. "Al chilometro 10+550, nel senso di marcia Campobasso-Foggia, non risulta emessa alcuna ordinanza di limitazione della velocità a 50 chilometri orari". Dico solo che per anni il Comune di Toro ha sistemato un autovelox proprio in quel punto e ricordo che solo l'Anas è autorizzata a dare disposizioni sulle strade statali.

Questi i fatti. Gli interrogativi che attendono risposta restano molti. Chi si assume la responsabilità delle contravvenzioni elevate agli automobilisti che per anni sono stati invitati a rispettare un obbligo sulla cui legittimità ora si è in dubbio? Certo è che se le cose stessero realmente così ci sentiremmo autorizzati a concludere che gli automobilisti sono stati ingannati per anni. Che sono stati vittima di una vera e propria truffa. Ma al momento sarebbe troppo azzardato voler già tirare le somme. Chiediamo solo che venga fatta al più presto chiarezza.
Ora la replica spetta di diritto al sindaco del Comune che fino a questo momento ha beneficiato dei proventi delle multe. Chissà, forse il primo cittadino riuscirà a rasserenare gli animi di centinaia di persone che –presumiamo- adesso pretenderanno legittimi chiarimenti.

Ul.Fabb




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