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Articoli Vecchi
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Prossimamente in libreria le ultime due opere di padre Gaetano Jacobucci |
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![]() ToroWeb è lieta di presentare in anteprima ai suoi affezionati lettori, le ultime due fatiche letterarie di padre Gaetano Jacobucci: La rosa nella torre e Terra mia al più presto alle stampe.
Il primo libro è una rappresentazione teatrale in versi della struggente storia d’amore, vissuta nella Campobasso del Cinquecento, tra Delicata Civerra, crociata, e Fonzo Mastrangelo, trinitaro, avversata dalle rispettive famiglie appartenenti alle due fazioni rivali.
Mentre la seconda opera è una raccolta poetica, di cui vi pubblichiamo la presentazione a firma di Nicola de Sciscio
Delicata e Fonzo: una storia d’amore
Vissero le drammatiche vicende tra le rivalità delle due fazioni,i due giovani
innamorati Delicata, crociata, e Fonzo, trinitaro.
Delicata s’innamorò, fortemente ricambiato di un giovane trinitario: Fonzo,
uomo di studio che sapeva ben maneggiare la spada.
I due amanti cercavano di nascondere il più possibile il loro amore alle
rispettive famiglie e si vedevano furtivamente. Affidavano le loro pene
d’amore ad appassionate lettere. Un giorno Delicata fu sorpresa dal padre
mentre conversava con Fonzo; furibondo, investì la fanciulla con dure parole
e indirizzò oscure minacce al giovane Trinitario, che tanto aveva osato.
Delicata gli chiese perdono, ma il severo genitore non si impietosì. La
rinchiuse in un umido sotterraneo di una torre,dove la sfortunata fanciulla ben
presto si ammalò. Don Nunzio Civerra, zio della fanciulla e parroco della
Chiesa di S.Giorgio, uomo stimato sia dai Crociati che dai Trinitari, aveva
cercato invano, appena saputa la tragedia, di far ravvedere l’ostinato fratello.
Intanto, l’odio tra le due fazioni cresceva ed alcuni episodi di sangue
si ripeterono tra le strade e le piazze. Si giunse alla Quaresima del 1587,
quando venne invitato a predicare Fra Girolamo da Sorbo. Il frate, con la sua
calda eloquenza, riuscì ad indurre i Crociati e i Trinitari a riappacificarsi. Il 4
Marzo dello stesso anno si raggiunse la sospirata pace.
La pace venne stipulata con atto notarile, così tanto i Crociati che i Trinitari
con spirito di cristiana abnegazione e con sacrificio, rinunziarono ai privilegi
che per circa un secolo li aveva visti divisi. A ricordo dell’evento fu edificata
la chiesa dell’Annunziata della Pace e di fianco il Convento dei Frati
Cappuccini. Il periodo della pace consentì matrimoni tra le diverse parti. Solo
Delicata, gravemente malata di tisi e credendo di non rivedere il suo amato,
non partecipò alla gioia in quanto il male aveva minato il suo corpo destinato
a soccombere. Fonzo, intanto arruolatosi nelle truppe al Nord d’Italia, ottenne
il permesso di incontrarsi con Delicata. Sconvolto si gettò singhiozzante ai
piedi del letto della fanciulla e, dopo averle presa la mano le mise al dito
l’anello giurandole eterno amore. La ragazza le sussurrò dolci parole e
stringendo la mano dell’amato spirò. Era il 13 marzo 1587.
Delicata pagò con il sacrificio della vita il suo contrastato amore e l’inutile
lotta delle due confraternite ormai pacificate.
PresentazioneDevo confessare l’incapacità di linguaggio a esprimere le realtà
più profonde con cui definire il rapporto con la terra,
inadeguato a esprimere quanto è presente nella natura attraverso
le composizioni di un poeta.
Gaetano Jacobucci, approda e percepisce il rapporto con la terra
come un percorso di totalità e concepisce la materialità non solo
come apparenza per comprendere il vero significato del
rapporto terra – madre, ma si immerge in essa con naturale e
perfetta armonia. Le composizioni cercano di costruire un
euritmico segreto dialogo tra lo spirito del poeta e la terra.
Sembra che al vuoto si preferisce armonia, essenzialità – ancora
una volta: le parole sono di per sé inadeguate – si trova ogni
possibilità di presenza. Vi puoi trovare il vuoto, ma questo è
fecondo. Dalle immagini che i versi costruiscono scorgi come
dipinte con grazia montagne, albe e tramonti. Il poeta ti
conduce inavvertitamente con grande serenità verso il
passaggio a nuove dimensioni, che la natura con i suoi cicli
eterni,profonde trasformazioni dello spirito, ben lungi dal
risolversi in un annientamento. Il compimento di ogni essere
umano è immergersi nel profondo risucchio della vita. Scopri
con sorpresa, nei versi, due anime: una spiccatamente spirituale
che si innalza come umore verso l’alto, l’altra che rimane
ancorata alla terra a gravitare intorno ad essa. Si può
considerare come l’essenza della realtà sia attiva e multiforme.
Il poeta pare invitare il lettor a contemplare la natura per
scoprire la propria identità con la reminiscenza del passato e
della sua storia.
Il perenne mutare della natura è un continuo compenetrarsi e
rigenerarsi nell’armonia che si cela al di là dell’apparenza delle
forme espresse dalla musicalità dei versi, che accompagnano
quasi racconto, la vicenda segreta del poeta
alla maniera di danza d’amore.
Nicola De Sciscio
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Postato il Mercoledì, 07 marzo 2012 @ 10:06:49 di enzo_mascia |
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