Seduta spiritica sotto il Barbacane (Toro che non c'è più)
Data: Tuesday, 20 December 2011 @ 11:10:00
Argomento: Poesie e racconti


Riceviamo e pubblichiamo un racconto speditoci da Roma dal nostro amico Giovanni Rossodivita. Narra di una seduta spiritica, dagli esiti imprevedibili, che turbò profodamente i protagonisti e fece epoca a Toro ottanta e più anni fa.


A destra, sotto le arcate del barbacane, i locali teatro della famosa seduta spiritica del 1928


A proposito di superstizioni e di religioni, mi sovviene il racconto che mi fece Michele Iacobacci (u mulinaro) un giorno, mentre stavamo in piazza appoggiati al solito portone della signora Giovanna [maestra, vedova Laurelli n,d.r.].

Dopo avermi raccontato il suo avventuroso ritorno dalla Grecia, all' indomani dell' 8 settembre del '43, " ...molte volte mangiavamo, per fame, patate crude e ogni tipo di erbe..." , MIchele iniziò a raccontarmi di una seduta spiritica organizzata, in modo approssimativo, da tre paesani, nel 1928. Il padre di Peppe Laurelli (Francesco), il padre di Don Camillo (zi Umberto ), e Giovanni il fratello di Michele decisero un giorno di provare a fare questa seduta, seguendo le istruzioni scritte su un piccolo manuale, che zi Umberto aveva riportato con sé dagli Stati Uniti.

Così, di notte, si runirono in uno dei locali ricavati sotto il Barbacane e iniziarono, tutti trepidanti e incuriositi, la seduta a lume di candela. Ad un certo punto, incominciarono a sentire strani rumori, che si trasformarono presto in un vero e proprio "zuffunno", si videro pietre e "cuzz de matune" volare da ogni parte. I nostri "apprendisti stregoni", terrorizzati, se la dettero a gambe levate!

All'indomani mattina, continua il racconto di Michele, la sorella passa per "miz'u chiane" e vede pietre e" cuzz de matune" dovunque.

Logicamente, i tre rimasero molto turbati da quella avventura, e il fratello di Michele, in particolar modo, non si dava pace, e, così, un giorno, questi, si mise in sella alla moto insieme a Michele che allora veva solo 8 o 9 anni e andò da Padre Pio per farsi perdonare!

"... Lo so che tu non credi a queste cose, ma io credo a mio fratello e mia sorella!" concluse Michele. Io rimasi molto colpito da questo racconto, e dal fatto che non ne avessi mai sentito parlare dagli anziani di Toro, e così, nei giorni successivi, chiesi a qualcuno di loro la conferma di quell' episodio, e, in particolare, ricordo che zio Emiliano (il macellaio) me lo confermà, ma mostrò quasi un certo timore a parlarne!

Giovanni Rossodivita

N.B.
Il zuffunno nel dialetto torese è il vento impetuoso, mentre u cuzze matone è un pezzo più o meno consistente di mattone.





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