Prossimamente in libreria le ultime due opere di padre Gaetano Jacobucci
Data: Wednesday, 07 March 2012 @ 09:06:49
Argomento: Cultura


ToroWeb è lieta di presentare in anteprima ai suoi affezionati lettori, le ultime due fatiche letterarie di padre Gaetano Jacobucci: La rosa nella torre e Terra mia al più presto alle stampe.

Il primo libro è una rappresentazione teatrale in versi della struggente storia d’amore, vissuta nella Campobasso del Cinquecento, tra Delicata Civerra, crociata, e Fonzo Mastrangelo, trinitaro, avversata dalle rispettive famiglie appartenenti alle due fazioni rivali.

Mentre la seconda opera è una raccolta poetica, di cui vi pubblichiamo la presentazione a firma di Nicola de Sciscio



Delicata e Fonzo: una storia d’amore
Vissero le drammatiche vicende tra le rivalità delle due fazioni,i due giovani innamorati Delicata, crociata, e Fonzo, trinitaro. Delicata s’innamorò, fortemente ricambiato di un giovane trinitario: Fonzo, uomo di studio che sapeva ben maneggiare la spada.
I due amanti cercavano di nascondere il più possibile il loro amore alle rispettive famiglie e si vedevano furtivamente. Affidavano le loro pene d’amore ad appassionate lettere. Un giorno Delicata fu sorpresa dal padre mentre conversava con Fonzo; furibondo, investì la fanciulla con dure parole e indirizzò oscure minacce al giovane Trinitario, che tanto aveva osato.
Delicata gli chiese perdono, ma il severo genitore non si impietosì. La rinchiuse in un umido sotterraneo di una torre,dove la sfortunata fanciulla ben presto si ammalò. Don Nunzio Civerra, zio della fanciulla e parroco della Chiesa di S.Giorgio, uomo stimato sia dai Crociati che dai Trinitari, aveva cercato invano, appena saputa la tragedia, di far ravvedere l’ostinato fratello.
Intanto, l’odio tra le due fazioni cresceva ed alcuni episodi di sangue si ripeterono tra le strade e le piazze. Si giunse alla Quaresima del 1587, quando venne invitato a predicare Fra Girolamo da Sorbo. Il frate, con la sua calda eloquenza, riuscì ad indurre i Crociati e i Trinitari a riappacificarsi.
Il 4 Marzo dello stesso anno si raggiunse la sospirata pace. La pace venne stipulata con atto notarile, così tanto i Crociati che i Trinitari con spirito di cristiana abnegazione e con sacrificio, rinunziarono ai privilegi che per circa un secolo li aveva visti divisi. A ricordo dell’evento fu edificata la chiesa dell’Annunziata della Pace e di fianco il Convento dei Frati Cappuccini. Il periodo della pace consentì matrimoni tra le diverse parti.
Solo Delicata, gravemente malata di tisi e credendo di non rivedere il suo amato, non partecipò alla gioia in quanto il male aveva minato il suo corpo destinato a soccombere. Fonzo, intanto arruolatosi nelle truppe al Nord d’Italia, ottenne il permesso di incontrarsi con Delicata. Sconvolto si gettò singhiozzante ai piedi del letto della fanciulla e, dopo averle presa la mano le mise al dito l’anello giurandole eterno amore. La ragazza le sussurrò dolci parole e stringendo la mano dell’amato spirò. Era il 13 marzo 1587.
Delicata pagò con il sacrificio della vita il suo contrastato amore e l’inutile lotta delle due confraternite ormai pacificate.




Presentazione
Devo confessare l’incapacità di linguaggio a esprimere le realtà più profonde con cui definire il rapporto con la terra, inadeguato a esprimere quanto è presente nella natura attraverso le composizioni di un poeta.
Gaetano Jacobucci, approda e percepisce il rapporto con la terra come un percorso di totalità e concepisce la materialità non solo come apparenza per comprendere il vero significato del rapporto terra – madre, ma si immerge in essa con naturale e perfetta armonia.
Le composizioni cercano di costruire un euritmico segreto dialogo tra lo spirito del poeta e la terra. Sembra che al vuoto si preferisce armonia, essenzialità – ancora una volta: le parole sono di per sé inadeguate – si trova ogni possibilità di presenza. Vi puoi trovare il vuoto, ma questo è fecondo.
Dalle immagini che i versi costruiscono scorgi come dipinte con grazia montagne, albe e tramonti. Il poeta ti conduce inavvertitamente con grande serenità verso il passaggio a nuove dimensioni, che la natura con i suoi cicli eterni,profonde trasformazioni dello spirito, ben lungi dal risolversi in un annientamento. Il compimento di ogni essere umano è immergersi nel profondo risucchio della vita.
Scopri con sorpresa, nei versi, due anime: una spiccatamente spirituale che si innalza come umore verso l’alto, l’altra che rimane ancorata alla terra a gravitare intorno ad essa. Si può considerare come l’essenza della realtà sia attiva e multiforme. Il poeta pare invitare il lettor a contemplare la natura per scoprire la propria identità con la reminiscenza del passato e della sua storia.
Il perenne mutare della natura è un continuo compenetrarsi e rigenerarsi nell’armonia che si cela al di là dell’apparenza delle forme espresse dalla musicalità dei versi, che accompagnano quasi racconto, la vicenda segreta del poeta alla maniera di danza d’amore.


Nicola De Sciscio





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