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‘A fatje fa campa’ (La fatica fa campare - poesia/1) |
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![]() Per San Mercurio e Santa Caterina (25 novembre) si raccoglie l'oliva bianca e nera. Così recita un proverbio di casa nostra. E proprio alla raccolta delle olive è dedicata la poesia ‘A fatje fa campa’, di Angela Mascia. Nel
2001 a Termoli, alla XII Edizione del “Premio di Poesia in Vernacolo Molisano”, promosso dall’Associazione culturale “‘A paranze”, fu tra le poesie segnalate dalla Commissione Giudicatrice
presieduta dal Prof. Mario Gramegna.

E púre agguanne è ‘rrevate u timpe da uljve:
ma quanta fatje attúrne i rame chijne chijne.
‘Na vòte a zappa’,
‘na vòte a peta’,
‘na vòte a recalla’,
a ietta’ u sanche sèmpe e súle a là.
Tútte i iurne mamme e tate vanne fòre:
cu sóle, cu vinte, cu jile e quanne chiòve.
Arepúrtene i scarpe pesante de lóte
e ca scretazze i puliscene ógne vòte.
Quanta vracche date tútte l’anne
attúrne attúrne a tútte quilli chiante.
Prúprie pe qujsse l’uglie è bbúne;
vè de sedóre e fatje
e se nen cade dall’albere...
arengrazie a Dje!
E anche quest’anno è arrivato il tempo della raccolta delle olive:
ma quanto lavoro attorno a quei rami pieni pieni (così carichi di frutto).
Una volta a zappare,
una volta a potare
e poi di nuovo a zappare,
a buttare il sangue (a distruggersi di fatica) sempre e solo là.
Tutti i giorni mia madre e mio padre si recano in campagna (per lavorare):
col sole, col vento, col gelo e quando piove.
Riportano (a casa) le scarpe pesanti di fango
e con la scretazze* ogni volta le puliscono.
Quanti passi dati tutto l’anno
attorno attorno a tutte quelle piante.
Proprio per questo l’olio è buono;
sa di sudore e fatica,
e se non cadi dall’albero
ringrazia (sempre) Dio!
*scretazze: piccolo arnese metallico simile ad un cucchiaio da cucina (da cui spesso
si ricava), utilizzato dai contadini per ripulire le scarpe dal fango.
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Postato il Sabato, 24 novembre 2007 @ 22:52:26 di giovanni_mascia |
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