Il panorama di Toro in una cartolina di… Monteleone di Spoleto
Data: Tuesday, 30 September 2014 @ 01:00:00
Argomento: Documenti e collezionismo


Si potrebbe parlare di furto di immagine o di identità, a voler usare parole grosse. Fatto sta che tali “furti” sembrano accanirsi contro Toro. Ricordiamo le storiche immaginette del nostro San Mercurio, spacciate in momenti diversi per due santi del Nord Italia: San Fermo e San Vittore (sì, proprio quello del famoso carcere milanese) . Sorte simile è toccato al panorama di Toro, messo in cartolina e spacciato niente meno che per il paese umbro di Monteleone di Spoleto.

Nel caso delle immaginette di San Mercurio spacciate per San Fermo o San Vittore (Clicca e leggi l'articolo), il qui pro quo potrebbe essere stato voluto e potrebbe anche starci, trattandosi di santi militari vissuti duemila anni fa, le cui fattezze non le conosce nessuno. Stupisce particolarmente, invece, il caso che presentiamo oggi. Il panorama di Toro, fotografato a metà degli Anni Cinquanta del secolo scorso, regolarmente utilizzato per la canonica cartolina illustrata di Toro, ma spacciato altresì per il panorama di Monteleone di Spoleto, un piccolo paese in provincia di Perugia.


Foto di Toro scambiata per "Panorama di Monteleone di Spoleto",
Cartolina inserita nel volume di Patrizia Penazzi,
Montelone nelle vecchie cartoline, Vol. I, consultabile online


All'epoca, quando non ci si rivolgeva a tipografie sotto casa ma a pochi laboratori specializzati, per esempio di Milano o Rieti, errori ed equivoci per scambi di foto o di cliché erano all'ordine del giorno. Infatti, che ne poteva sapere il tipografo milanese e di Chissaddove della statua di San Mercurio o del profilo di Toro! Si sbagliava e si rimediava non appena si accorgeva dell'errore o qualcuno glielo segnalava.

Ma possibile che il committente di Monteleone, forse un rivenditore di cartoline, di norma un gestore di tabacchino, le abbia ritirate e poste in vendita senza accorgersi che non si trattava del panorama del suo paese ma di un altro? E possibile che non se ne siano accorti nemmeno i clienti ? Possibile infine che non se ne sia accorta un’appassionata di cartoline d’epoca, Patrizia Penazzi, e l’abbia inserita pari pari nel primo volumetto dedicato e intitolato appunto a Monteleone nelle vecchie cartoline? Beh, probabilmente qualche dubbio deve esserle venuto visto che, magari per vincere qualche imbarazzo a riconoscere il profilo dell’abitato, la signora Penazzi ha creduto di poter retrodatare di una ventina d’anni la cartolina del suo paese, posizionandola negli Anni Trenta.

Certo la faccenda è singolare e intregante. In quanto tale non poteva sfuggire alla sagacia di un ricercatore attento e curioso come il romano Stefano Vannozzi, che è originario dal lato paterno proprio di quelle contrade umbre, e per parte di madre di Cercemaggiore. A Vannozzi che è un cultore delle storie patrie non poteva sfuggire il qui pro quo, anche perché di recente aveva dedicato proprio al primo documento storico in cui compare il nostro paese un saggio assai importante apparso su «ArcheoMolise» con il titolo LA DONAZIONE DEL CASTRUM DI TORO DEL 1090. E manco a farlo apposta in tale occasione aveva pubblicato la cartolina di Toro, di cui si parla, ignorando che di lì a breve doveva meravigliarsi e non poco nel ritrovarla spacciata anche come panorama di Monteleone umbro. (Clicca e leggi l'articolo di Vannozzi sulla donazione di Toro nel 1090).



Panorama di Toro, Cartolina illustrata metà Anni Cinquanta del Novecento
(Archivio Stefano Vannozzi)


Per quanto ci riguarda, potremmo fermarci qui, invitando i nostri lettori curiosi di approfondire l’argomento ad accedere al blog di Stefano Vannozzi e leggere altri dettagli nell’articolo sulla cartolina di Toro, utilizzata anche per Monteleone (Clicca e leggi l'articolo di Vannozzi: MONTELEONE DI SPOLETO (PG) E TORO (CB), un dimenticato “gemellaggio” … da cartolina) .

Aggiungiamo solo due veloci considerazioni semiserie per buttarla sul divertimento. La prima di inevitabile boria campanilistica: è chiaro che l’immaginetta di San Mercurio e il panorama di Toro non sono esteticamente da disprezzare, diversamente non avrebbero sofferto i “furti” subiti in Piemonte e in Lombardia la prima e in Umbria il secondo. In quest’ultimo caso è proprio azzardato ipotizzare una vendetta postuma del leone? Già, del leone che compare insieme al toro nello stemma settecentesco e probabilmente ha ispirato la leggenda infantile di fondazione del nostro paese, secondo la quale i due animali furono spinti dai nostri antenati ad affrontarsi in una lotta cruenta, per assegnare all’abitato il nome del vincitore. Costretto da sempre a recitare il ruolo dello sconfitto, lo spirito irrequieto del leone non avrebbe potuto ordire un ritrovato magico per annebbiare la vista al povero tipografo, e spingerlo a stampigliare non il nome del rivale, ma il suo? Certo non lo avrà ripagato della plurisecolare delusione, ma perché non doveva togliersi lo sfizio di veder finalmente cancellato il nome del toro e al suo posto vedere finalmente il suo, MonteLeone, sulla fotografia dell’abitato fondato mille e più anni fa sul cocuzzolo a cavaliere della valle del Tappino?



Stemma settecentesco di Toro, murato sulla parete Nord del Campanile
(Foto ToroWeb)






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